Una proposta di progressività economica per la valorizzazione delle competenze infermieristiche

Redazione 05/08/24

Siamo entusiasti di condividere un’interessante proposta di Alessandro Serrano, Infermiere di Terapia Intensiva presso IRCCS Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale a Napoli. La sua iniziativa ha suscitato un vivace dibattito sui social tra gli infermieri riguardo alla possibilità di sviluppare seriamente un percorso simile nel contesto sanitario italiano. Con la speranza di vedere la partecipazione del maggior numero possibile di infermieri a questa proposta, condividiamo con voi il pensiero del collega.

Disclaimer: DimensioneInfermiere.it non necessariamente condivide le opinioni espresse dall’autore di questo articolo. Tuttavia, riteniamo importante offrire uno spazio di pubblicazione per la condivisione delle idee e delle proposte dei professionisti del settore infermieristico e siamo pronti a pubblicare i contenuti di chi volesse avvalorare o criticare questa proposta (con le modalità adeguate e argomentate). Crediamo che il confronto e il dibattito costruttivo siano fondamentali per il miglioramento della nostra professione e del sistema sanitario nel suo complesso.

“Chi più sa, più vale”: un nuovo meccanismo di progressività economica per la valorizzazione delle competenze infermieristiche

A 30 anni dalla 739/94, dall’individuazione del nostro profilo professionale, noi Infermieri ancora non abbiamo un meccanismo serio, autentico e concreto di valorizzazione economica dell’anzianità di servizio, della formazione post-base e delle competenze acquisite.

Quale potrebbe essere un modo per coniugare in maniera opportuna la valorizzazione dell’esperienza lavorativa, l’impegno nella formazione post-base e le competenze acquisite con il bisogno di crescita professionale e di miglioramento della propria condizione economica, che nutrono centinaia di migliaia di Infermieri?

A parere mio tra le diverse cause alla radice del problema, ce ne sono due in particolare:

  1. Per gli Infermieri del comparto pubblico non c’è una proporzionalità diretta tra anzianità di servizio e retribuzione economica
  2. Tutto ciò che concerne la formazione post – base infermieristica molto spesso per molti Infermieri non corrisponde ad alcun avanzamento di carriera, ad alcuna progressione, ad alcun miglioramento o cambiamento sia professionale che economico

Accantoniamo tabelle ed elenchi, proviamo ad immaginare un nuovo meccanismo di progressività economica basato su una scala; per una carriera lavorativa che dura mediamente 35 anni, immaginiamo una scala professionale che avrà 35 gradini: ogni gradino equivarrà a X euro o Y ecm.

Questo nuovo paradigma è denominato “CHI PIU’ SA, PIU’ VALE”, ovvero un principio che non è mai stato affermato per la professione Infermieristica in Italia; consiste in due proposte di miglioramento che sono anche i suoi caposaldi:

  1. C𝐎𝐌𝐄 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐏𝐎𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎𝐑𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎, ipotizziamo in 5 anni un limite temporale massimo (attualmente esiste solo un limite temporale minimo di permanenza nella stessa fascia/Differenziale Economico di Professionalità, che è 3 anni) oltre cui puoi chiedere alla tua Azienda di poter progredire nella fascia/DEP superiore; una conditio sine qua non per ottenere ineludibilmente la progressione economica, potrebbe essere l’assolvimento dell’obbligo ECM previsto non più per un triennio, ma per un quinquennio; ricordiamo che dal triennio 2023-2025 il personale sanitario deve completare almeno il 70% dell’obbligo formativo per mantenere la copertura assicurativa delle polizze di rischio professionale, come previsto dall’art. 38 bis del Decreto 152/2021. In questo modo l’acquisizione di crediti formativi da OBBLIGO per effetto deterrente diventerebbe un VANTAGGIO con beneficio economico.
  2. 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐒𝐄𝐂𝐎𝐍𝐃𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐏𝐎𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎𝐑𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎, l’aggiornamento professionale dovrebbe essere considerato un acceleratore di progressività economica; chi ad esempio consegue un master di durata annuale o una laurea magistrale di durata biennale, potrebbe ottenere rispettivamente di avanzare 1 o 2 gradini della scala professionale alla fine dell’anno o del biennio di conseguimento del titolo, e può chiedere alla propria Azienda la rispettiva progressione economica; in questo modo i benefici derivanti dall’upskilling sarebbero direttamente proporzionali anche ad un miglioramento della propria condizione economica.

Nel grafico che segue al fine esplicativo, questa proposta ipotizzata per un periodo di 10 anni:

"Chi più sa, più vale": un nuovo meccanismo di progressività economica per la valorizzazione delle competenze infermieristiche di Alessandro Serrano
“Chi più sa, più vale”: un nuovo meccanismo di progressività economica per la valorizzazione delle competenze infermieristiche di Alessandro Serrano

Ricapitolando, con l’applicazione di questo nuovo paradigma, ogni Infermiere che lavora presso Aziende Sanitarie Pubbliche:

  1. Al conseguimento di Master, Laurea Magistrale o Dottorati di Ricerca, può avere la possibilità di chiedere un adeguamento economico alla propria Azienda
  2. Ha un motivo in più, un incentivo, uno sprone per aggiornarsi, migliorare e perfezionare le proprie competenze professionali
  3. Può restare nella medesima fascia o DEP minimo 3 anni / massimo 5 anni, previo assolvimento dell’obbligo ECM: acquisire ECM converrebbe sia dal punto di vista formativo che economico (da obbligo per deterrente a vantaggio con beneficio economico)
  4. Dopo 5 anni di servizio può chiedere il passaggio al DEP successivo senza partecipare a procedure selettive: l’anzianità di servizio deve essere considerata una clausola di garanzia per progredire economicamente
  5. Ha delle realistiche aspettative di retribuzione, vive il suo lavoro in virtù di un percorso di crescita dinamico, sia professionale che economico

  6. La professione infermieristica per prosperare ha bisogno di innovazione e di nuove prospettive: secondo voi questo nuovo meccanismo di progressione economica potrebbe essere una di esse?

Autore: Alessandro Serrano

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L’idea che l’utilizzo di strumenti come l’ecografo debba essere limitato solo ai medici è obsoleta e non fondata. Senza alcun dubbio l’ecografia è una scienza e un’arte che può essere appresa e utilizzata da professionisti sanitari non medici, come gli infermieri, per fornire un contributo prezioso all’assistenza sanitaria e alla cura del paziente.L’obiettivo di questo testo è quindi fornire le basi, la conoscenza e in qualche modo anche la cultura necessaria per fare sì che, al pari di altre metodiche, in precedenza di peculiare attività medica, anche l’ecocardiografia possa iniziare a far parte del corpus clinico-assistenziale dell’attività degli infermieri. Dario TobrukInfermiere specializzato in tecniche di ecografia cardiovascolare e medical writer; attualmente si occupa di Wound Care e Cure Palliative in ambito territoriale. Ha fondato e diretto il sito DimensioneInfermiere.it in collaborazione con la casa editrice Maggioli, con la quale ha anche pubblicato il volume ECG Facile: dalle basi all’essenziale.

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