Una vera e propria emergenza sta investendo l’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa e in particolare modo il suo blocco operatorio: quindici infermieri sui 17 presenti in organico, infatti, hanno richiesto il trasferimento presso altre unità operative.
La motivazione? Il carico di lavoro cresce sempre di più e i lavoratori sono sempre gli stessi. A spiegare meglio la situazione è il segretario provinciale del sindacato Nursind, Giuseppe Savasta: «È una decisione soffertaperché per lungo tempo si è lavorato con grande spirito di sacrificio e abnegazione. Ma la situazione è divenuta da tempo estremamente difficile col rischio di ripercussioni sull’assistenza ai pazienti.
Se un tempo sul complesso operatorio di Ragusa insistevano solo tre branche chirurgiche, ovvero chirurgia, urologia e senologia, negli anni si sono aggiunte anche gastroenterologia e ginecologia sia con interventi di altissimo livello sia con attività precedentemente svolte in sala parto.
L’aumento progressivo del carico di lavoro non è andato però di pari passo con l’aumento di personale, anzi. Negli ultimi anni la direzione sanitaria di presidio ha progressivamente diminuito per trasferimento le unità infermieristiche sottraendone cinque».
«Preoccupa ancora di più – conclude il sindacalista – il silenzio da parte del direttore sanitario e dei soggetti a cui è stata comunicata la richiesta di trasferimento, quasi a voler ignorare il problema sminuendo il ruolo dei professionisti».
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