Quella che ricuce cadaveri col sorriso NON è un’infermiera, ma ormai la frittata è fatta


L’ennesima diffamante frittata ai danni della professione infermieristica è stata abilmente cucinata dai media italiani. E poco importa se tra errata corrige e rettifiche (che solitamente non legge e non ricorda mai nessuno) alcuni abbiano corretto il tiro: fatto sta che da qualche giorno molti cittadini sono convinti che, dopo la Poggiali che tempo fa si faceva dei selfie schernenti accanto a pazienti deceduti (VEDI), oggi ci sia un’infermiera (per giunta “caposala”, come è stata arcaicamente definita da una moltitudine di quotidiani) che al Perrino di Brindisi si fa fotografare sorridente mentre ricuce cadaveri dopo l’autopsia.


In realtà trattasi di una tecnica di laboratorio (che, udite udite, non è né infermiera né “caposala”), ma… Addirittura, senza verificare la notizia e non si sa bene per quale motivo, anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FIlippo Anelli) ha sentito il dovere irrefrenabile di intervenire per esprimere il suo disappunto e parlando di offese al decoro della professione infermieristica: «L’argomento è parecchio scivoloso e non so dire se a una caposala sia consentito o meno eseguire la sutura su una salma in obitorio. Resta il fatto che le foto scattate con la faccia sorridente davanti al cadavere mi sembrano, comunque, un’offesa al decoro della professione infermieristica, oltre che un gesto di pessimo gusto, per cui l’Ordine degli infermieri potrebbe anche avviare un procedimento disciplinare. Magari, dietro la porta c’erano pure i parenti del defunto a disperarsi per il dolore».


Fortunatamente, la replica dell’Ordine degli Infermieri della provincia di Brindisi e la ASL di Brindisi (VEDI), con un comunicato del presidente Scarpa, non si è fatta attendere: «Intanto è fondamentale chiarire che la persona coinvolta in questa deprecabile vicenda non è un’infermiera. Pertanto, siamo di fronte a un comportamento individuale che non è ascrivibile all’etica ed alla professionalità degli infermieri iscritti al nostro Ordine.

Ritengo, inoltre, necessario sottolineare che il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, che ha detto la sua sulla vicenda, si è espresso su una questione che non è di sua competenza. Pertanto, lo invito a verificare accuratamente le fonti prima di esprimere opinioni, in modo da evitare equivoci e fraintendimenti in situazioni delicate come questa.


Allo stesso modo, sottolineo l’importanza della prudenza nei commenti pubblici, incoraggiando tutti gli attori coinvolti a verificare accuratamente le informazioni prima di esprimere opinioni ufficiali. Tutto ciò premesso, l’Ordine degli Infermieri della provincia di Brindisi ribadisce il suo impegno per la tutela del decoro e della reputazione della professione infermieristica, garantendo che misure appropriate saranno sempre adottate nei confronti di chiunque agisca in modo inappropriato e irresponsabile».

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Alessio Biondino

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