Sono passati più di trent’anni dall’istituzione della Pronta Disponibilità per i dipendenti pubblici. Ma tra abusi, contraddizioni, lacune, regole che sembrano fatte apposta per essere aggirate e un compenso a dir poco ridicolo, la “reperibilità” (così viene chiamata da tutti) continua a generare malcontento e discussioni tra gli operatori sanitari.
Abusi a cifre irrisorie
Ne abbiamo parlato non molto tempo fa in un nostro articolo dal titolo “Pronta disponibilità e pubblico impiego: abusi aziendali a cifre irrisorie”, dove abbiamo analizzato a 360 gradi il disagio (perché di questo si tratta) cui sono costretti moltissimi medici e infermieri sul territorio nazionale.
Infermiere risarcito: troppi turni di reperibilità
Ed è proprio tornando a parlare dei suddetti ‘abusi aziendali’, che vi vogliamo aggiornare circa alcune interessantissime novità raccontate da Siracusa Oggi: come divulgato dal Codacons , l’Asp di Siracusa è stata condannata dal locale Tribunale del Lavoro al risarcimento di oltre 30.000 in favore di un infermiere.
La motivazione? Il professionista (assistito dall’avvocato Salvatore Raciti, dell’Ufficio legale regionale Codacons) era costretto a turni di reperibilità numericamente oltre il limite contrattuale.
Inadempimento contrattuale dell’azienda
La sentenza, la n° 691/2020, ha infatti accertato l’inadempimento contrattuale dell’Azienda ed il diritto dell’infermiere al relativo risarcimento a causa del “costante, ordinario e reiterato sforamento del limite previsto dalla legge di 6 turni/mese, e cioè un’eccezionale adibizione del ricorrente a turni di reperibilità oltre il limite contrattuale”.
Così si legge nella pronunciazione, firmata dal giudice Filippo Favale e divenuta definitiva per mancata impugnazione.
Codacons: ‘Urge azione collettiva’
Forti di questa sentenza e di altre arrivate nel tempo (Cassazione n. 13935/2015 e Tribunale del Lavoro di Enna n. 160/2016, entrambe relative al personale medico) il Codacons auspica una “azione collettiva per contrastare la prassi illegittimamente praticata dalle Aziende sanitarie ed ospedaliere di esigere dal proprio personale medico ed infermieristico l’espletamento di turni di pronta disponibilità in eccesso rispetto a quelli previsti dalla legge”.
‘Limiti costantemente violati dalle aziende’
Come spiegato dai rappresentanti dell’associazione “avviene infatti che, malgrado il Ccnl preveda un limite massimo di turni mensili di pronta disponibilità richiedibili ai medici (10) ed agli infermieri (6), le Aziende sanitarie ed ospedaliere violino costantemente tali limiti data la derogabilità della norma stessa”.
“La violazione costante di quei limiti configura infatti, secondo la Cassazione, un’ipotesi di ‘abuso … contrario alle clausole di correttezza e buona fede ex articoli 1175 e 1375 del Codice Civile nello svolgimento del rapporto contrattuale’.”
Si vede necessaria un’ampia rivisitazione
È palese che la disciplina della pronta disponibilità necessiti di una ampia rivisitazione visto che, nel corso dei decenni, è diventato un istituto fondamentale per il funzionamento dei servizi sanitari.
Magari mettendo sotto alla lente di ingrandimento, finalmente, alcuni aspetti vergognosi delle condizioni lavorative di quelli che, fino a non molto tempo fa, erano osannati come gli eroi dei nostri tempi.
Autore: Alessio Biondino
Pronta disponibilità e pubblico impiego: abusi aziendali a cifre irrisorie
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