Resilienza ed evoluzione: salvare il sistema sanitario grazie agli infermieri

Dario Tobruk 03/09/21

Il mondo è globale, oggi più che mai. Siamo tutti, popoli e persone, intimamente connessi. E i fenomeni virali, purtroppo, non appartengono solo al mondo dei Nuovi media. La pandemia mondiale da cui non siamo ancora fuori ha già dimostrato che in un mondo senza confini, nessun focolaio è totalmente isolato dal resto del mondo.

Ogni nostra azione, in un contesto simile, influenza il sistema in cui operiamo e di conseguenza tutti gli altri. Inoltre, la crisi finanziaria e sanitaria dell’ultimo decennio ha influito negativamente sui conti economici statali e di conseguenza sui sistemi sanitari.

Resilienza ed evoluzione: come salvare il sistema sanitario grazie agli infermieri

A ragione di ciò abbiamo bisogno di introiettare la parola “resilienza” nel nostro vocabolario sanitario. La resilienza è la capacità di adattarsi ai continui cambiamenti che il mondo comporta. Un sistema sanitario efficiente e moderno necessita di personale che abbia queste caratteristiche: gli infermieri e il loro nursing rispondono perfettamente al profilo richiesto.

E il caso di riproporre il documento inascoltato dell’International Council of Nurses: “Gli infermieri offrono un importante contributo per lo sviluppo e il mantenimento della resilienza nei sistemi sanitari. Essi contribuiscono allo sviluppo dei servizi; alla supervisione e crescita degli altri membri del team; lavorano prendendo le parti dei pazienti, coloro che li assistono e le comunità; raccolgono dati e orientano lo sviluppo delle prove di efficacia“.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

Si chiedeva già allora agli infermieri di essere più presenti a livello politico e dirigenziale, indirizzare attraverso la propria vision le politiche delle aziende, dai budget ai bisogni della popolazione.

L’importanza della professione infermieristica a tutti i livelli del sistema sanitario, compresi quelli governativi e politici, è riconosciuta vitale per il rafforzamento dei sistemi sanitari – si legge -. Gli infermieri leader dovrebbero essere presenti a tutti i livelli del sistema sanitario al fine di partecipare alla costruzione di politiche sanitarie che siano basate sui bisogni della popolazione“.

La resilienza è il motore del cambiamento

“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”

Charles Darwin

Il sistema sanitario, composto dall’energia e dall’impegno di centinaia di migliaia di operatori che si muovono in un’ampia rete di infrastrutture e tecnologie, è un organismo.

Un organismo che deve sopravvivere, che non può più fare a meno del contributo potenziale del nursing, che non può più permettersi il lusso di ignorare le competenze che, l’assistenza infermieristica e gli infermieri, hanno raggiunto dopo tante battaglie e tanto impegno.

E’ arrivato il momento di dimostrare chi siamo e cosa meritiamo di ricevere.

Obiettivo resilienza: la diatriba politica sugli infermieri ai vertici

Per questo troviamo indefinibili le recenti polemiche sul dirigente assistenziale che ha trovato nella diatriba tra medici e infermieri nuovi spunti di divisione.

Ed è per questo troviamo assurdo dover scegliere tra infermieri ai vertici o infermieri alla base ma con competenze avanzate “concesse”.

L’infermiere è consapevole di essere colonna portante del sistema sanitario. La sua competenza assistenziale e manageriale si basa su secoli di risposte a bisogni clinici, assistenziali e organizzativi. L’infermiere risponde alle necessità di tutti e da sempre.

Non potrà passare ancora tempo senza che questo duro allenamento non sfoci in una presa di coscienza collettiva della categoria che lotterà affinché gli venga riconosciuto il posto che gli spetta.

Non speriamo di certo che il processo avvenga senza ulteriori scontri ma, l’inevitabile processo di evoluzione di questo organismo chiamato “sanità” chiede agli infermieri, più di qualsiasi altra figura, di partecipare alla sua necessità di sopravvivenza.

Oggi più che mai, l’infermiere è pronto a rispondere anche a tutto questo, per il bene dei cittadini e di tutto il sistema sanitario nazionale.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

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