Ricucì un cadavere col sorriso, ma NON È UN’INFERMIERA! I media però insistono


Vi ricordate quell’operatrice sanitaria che si faceva fotografare mentre ricuciva cadaveri col sorriso al Perrino di Brindisi e che suscitò lo sdegno e l’ira di media, TV e cittadini? Ne avevamo parlato circa sei mesi fa (VEDI), col fine di denunciare l’ennesima diffamante frittata ai danni della professione infermieristica ad opera media italiani: NON ERA AFFATTO UN’INFERMIERA!


Eppure fu descritta come tale, coi soliti titoloni, nonostante si trattasse di una tecnica di laboratorio (che, udite udite, infermiera proprio non è!). Anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FIlippo Anelli), senza verificare la pseudo-notizia, sentì il dovere irrefrenabile di intervenire per esprimere il suo disappunto e di bacchettare la lavoratrice in nome di“un’offesa al decoro della professione infermieristica”.


La tecnica di laboratorio, domani (23 aprile), dopo sei mesi di sospensione dal servizio senza retribuzione, tornerà al lavoro e ciò sta suscitando l’ira dei colleghi del reparto di anatomia patologica in nome di una presunta “incompatibilità” della donna con l’ambiente di lavoro che potrebbe risultarne destabilizzato. Hanno addirittura minacciato dimissioni in massa, sottolineando così la gravità della situazione.


Ed è per questo che i media hanno deciso di rispolverare la triste vicenda, riproponendola e raccontando di nuovo di quell’operatrice che ha dimostrato un così scarso rispetto verso le salme a lei affidate. Ma… Avranno imparato la lezione, informandosi onde evitare titoloni fuorvianti, brutte figure e soprattutto di infangare/diffamare una categoria che già di suo naviga a vista nella scarsa attrattività professionale?


Ovviamente no, visto che nei nuovi articoli sulla questione si continua a parlare di “Infermiera che si fece un selfie mentre ricuciva un cadavere” e “Foto mentre sutura cadavere, infermiera torna a lavoro”.

Chi di dovere, per pietà, intervenga.

Alessio Biondino

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