Robotica Sanitaria: chi si prende la responsabilità etica e legale?

Alexandra Alba 06/02/17
Vogliamo davvero dare una cornice legale e morale alla robotica sanitaria? La roboetica è l’etica applicata alla robotica; è l’etica degli umani che progettano, costruiscono e danno forma a nuove macchine intelligenti, non è l’etica dei robot.

Nel corso degli ultimi decenni la robotica – un tempo intrisa di aspettative e forti scetticismi, che la vedevano più come disciplina fantascientifica che come nuovo ambito di ricerca del reale – si è evoluta in modo progressivo e senza uguali rendendo un dato di fatto la possibilità che l’umanità ha di costruire entità dotate di intelligenza ed autonomia.

Coabitare questo pianeta con l’Intelligenza artificiale. Anche il Parlamento Europeo si interroga sulla questione “Robot”

È di prioritaria urgenza dunque, che la comunità scientifica riesamini il concetto di intelligenza associata non più solo ad animali o umani, ma anche alle macchine. È stato costituito dal Parlamento Europeo la Commissione affari giuridici dell’assemblea di Strasburgo, la quale ha presentato un documento che propone alcune soluzioni volte a riempire le lacune legislative della materia.

Secondo i dati di Strasburgo, la produzione e la vendita di robot è aumentata significativamente tra il 2010 e il 2014. Scopo del documento redatto e presentato al Parlamento Europeo è creare una regolamentazione internazionale che permettendo di sfruttare il potenziale economico della robotica, garantisca un livello standard di protezione e sicurezza.

L’utilizzo dei robot è sempre più diffuso in ambito sanitario; di qui si aprono duraturi e ad oggi, irrisolti dibattiti inerenti tale questione:

  • Se un braccio robotico va in tilt in sala operatoria durante un intervento chirurgico chi paga?
  • Se il paziente subisce un danno durante l’intervento per il cattivo funzionamento della macchina, di chi è la responsabilità?
  • Il paziente può rifiutare di farsi curare da un robot? Gli è garantita tale scelta?

 

Le responsabilità degli infermieri:

 

Le posizioni degli esperti sulla robotica sanitaria

All’interno della comunità dei robotici abbiamo tre diverse posizioni etiche, rispetto alle loro responsabilità nei confronti dell’attività tecnico-scientifica con cui entrano in relazione:

  1. Robotici non interessati all’etica: posizione di coloro che considerano le proprie ricerche come attività esclusivamente tecniche, pertanto esenti da responsabilità morali o sociali.
  2. Robotici interessati a questioni etiche sul breve termine: tale cerchia esprime le proprie preoccupazioni morali, in ordine alla loro attività professionale, in termini immediati e semplici, utilizzando come riferimento valori culturali accettati e convenzionali.
  3. Robotici interessati a problemi etici sul lungo termine: in questo caso le preoccupazioni morali rispetto all’attività professionale vengono espresse in termini globali e sul lungo termine.

Stanley Kubrick: visionario o fantasticatore?

Era il 1968 quando esce nelle sale “Odissea nello spazio”, molti magari si ricordano queste parole :

“Nessun calcolatore 9000 ha mai commesso un errore o alterato un’informazione. Noi siamo senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci di sbagliare”.(Elaboratore HAL 9000)

E’ questo il futuro che ci attende?

Il monito di personalità come Stephen Hawking e Bill Gates mira a porre sempre maggiore enfasi su come la capacità intellettuale umana sarà superata da quella dei robot. Il punto è – ed è questa la chiave di quanto detto finora – che i creatori di tali macchine intelligenti potrebbero non essere più in grado di controllare le loro creazioni.

L’auto-apprendimento tramite esperienze ed interazione non sarebbe più unica caratteristica umana, ma diverrebbe proprietà anche di macchine intelligenti.
Il rischio che molti professionisti non sono disposti ad accettare vede la medicina e l’assistenza irreversibilmente de-umanizzate. Ancor prima di porre la problematica che vede queste macchine non più controllate dal volere dei loro creatori, ci si chiede quali potrebbero essere gli effetti di una “Sanità fredda e grigia”.

Abbiamo fin qui affrontato tematiche come: deontologia, empatia, lavoro emozionale, etica della cura, interrelazione paziente-operatore sanitario.
E’ quanto più naturale chiedersi in cosa muterà, o si evolverà, o nel peggiore dei casi sparirà tutto questo. Ma forse ci stiamo spingendo troppo oltre, forse attualmente bisogna solo regolamentare e pianificare (legalmente ed eticamente) scopi e funzioni di una robotica “collaborativa”, analizzando in dettaglio ogni possibile incognita del caso, come ad esempio la problematica sociale: i finanziamenti per l’acquisto di robot chirurgici dovrebbero essere effettuati tenendo conto di un utilizzo paritario in tutti gli ospedali dell’Unione Europea.

Stiamo parlando di un’equità nel trattamento sanitario a largo spettro, senza la quale si forgerebbe una disuguaglianza lenta ma progressiva, che finirebbe per creare pazienti di serie A e B.

I quesiti aperti e misteriosi “frankesteiniani” …

Da dove, mi chiedevo spesso, deriva il principio della vita?era un interrogativo ben ardo, uno di quelli che sono sempre stati considerati senza risposte, e tuttavia, di quante cose potremmo venire a conoscenza se codardia e negligenza non ostacolassero la nostra ricerca!

Lungi dal porsi contro ogni tipo di ricerca, credo che ogni infermiere, medico, operatore sanitario abbia dei dubbi e delle curiosità più che legittime su tale delicato argomento. Ritengo solo, che ogni domanda, quesito, obiezione vada analizzata e scandagliata fino al raggiungimento di risposte che mirino ad essere quanto più esaustive ed … umane.

Alexandra Alba

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