In un episodio di violenza estrema, un uomo ha prima insultato e aggredito verbalmente un’infermiera, poi, senza alcuna provocazione, si è scagliato contro di lei, colpendola con calci e pugni. Il fatto è avvenuto martedì notte a Roma, presso il pronto soccorso del Policlinico Gemelli. L’aggressore, in preda a un acceso stato d’ira, ha assalito violentemente una donna, infermiera di cinquant’anni, mentre nel reparto regnava il caos. Nonostante la lunga esperienza professionale, l’infermiera, che cercava di calmare il paziente, si è trovata di fronte a una reazione brutale e improvvisa.
L’uomo, un 67enne romano con precedenti penali, era stato trasportato al pronto soccorso da un’ambulanza del 118, presumibilmente a causa di una crisi di astinenza da stupefacenti. Dopo l’aggressione, è stato immobilizzato dal personale di sicurezza dell’ospedale e successivamente arrestato dai carabinieri della stazione Roma Trionfale. Ora dovrà rispondere delle accuse di lesioni al personale sanitario, minacce e interruzione di pubblico servizio. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto.
La professionista malmenata ha raccontato, in un’intervista a Il Messaggero, che non era affatto la prima volta. «Noi infermieri e anche i medici cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro, spesso anche sopra le nostre forze, ma siamo un bersaglio facile. Molte persone sono ignoranti, credono che se attendono troppo è perché noi non lavoriamo abbastanza».
A precisa domanda sulla frequenza delle aggressioni, la collega sottolinea: «In continuazione, ma non si tratta solo di aggressioni fisiche. Minacce, insulti di ogni tipo, sputi, sono all’ordine del giorno in pronto soccorso da parte di pazienti e dei loro parenti che pensano di ottenere quello che vogliono con la forza».
«Non è più possibile sopportare queste umiliazioni– conclude l’infermiera – bisogna denunciare e le persone devono imparare a portare rispetto. Soprattutto alle donne, che sono quelle maggiormente prese di mira».
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