Hanno impressionato tutti le immagini di ieri sera quando, durante Belgio-Italia (vinta dagli azzurri per 2-1) valida per i quarti di finale del campionato europeo in corso, il calciatore Leonardo Spinazzola si è infortunato correndo.
Il dramma di Spinazzola
Un infortunio strano: durante una corsa in progressione, a un certo punto è sembrato quasi come se un cecchino avesse sparato alla gamba del calciatore della Roma. Che, dopo essere caduto, ha chiesto immediatamente il cambio.
Le lacrime di Leonardo, con le mani al volto, hanno fatto il giro del mondo e hanno fatto temere fortemente che l’Europeo per lui fosse finito. Purtroppo, con ogni probabilità, sarà così: il sospetto, infatti, è che il suo tendine calcaneare, comunemente detto ‘d’Achille’, abbia ceduto.
Cos’è la rottura del tendine calcaneare
È la lacerazione, totale o parziale, del grosso tendine che collega i muscoli del polpaccio al calcagno e che è responsabile di molti dei movimenti che avvengono a livello del piede e della gamba.
Trattasi di un tendine molto resistente, ma che può lesionarsi e addirittura rompersi se sottoposto a eccessivo stress. E la corsa di Spinazzola potrebbe esserne un esempio.
L’infortunio, che può essere particolarmente doloroso e colpisce più spesso gli uomini tra 30 e 40 anni d’età, si verifica più comunemente nei soggetti che praticano gli sport che prevedono corse, salti e scatti (come calcio, tennis e basket).
Sintomi e diagnosi
Solitamente, il tendine si lacera o si rompe del tutto entro i primi 5-6 centimetri dal punto dove questo si attacca al calcagno. Gli infortunati, molto spesso, dichiarano di avvertire una sorta di ‘schiocco’, assomigliante a una frustata.
Dopodiché arrivano dolore e gonfiore, concentrati nella zona del tallone, e l’incapacità di alzarsi sulla punta del piede colpito e di piegare lo stesso verso il basso.
Per effettuare la diagnosi, molto spesso basta una comune visita ortopedica. Ma per valutare estensione ed entità del danno, può essere necessaria una risonanza magnetica.
Trattamenti e tempi di recupero
Generalmente, in caso di rottura completa, nelle persone giovani e attive (come gli atleti) la terapia consigliata è chirurgica: il tendine viene praticamente suturato.
Se però la lesione è parziale, può essere usato un gesso o un tutore comprensivo di appositi sostegni per tenere il piede in posizione equina, col fine di favorire la rimarginazione del tendine lacerato.
Qualsiasi sia la terapia scelta (che comunque dipende dalla gravità della lesione, dall’età dell’infortunato e dal livello di attività fisica svolta), dopo il trattamento è assolutamente necessario un programma di fisioterapia per rinforzare i muscoli e il tendine in via di guarigione.
Per tornare alla normale attività quotidiana e alla pratica sportiva, purtroppo i tempi sono lunghi: di solito sono necessari almeno 4-6 mesi. In bocca al lupo, Leo! E forza azzurri!
Autore: Alessio Biondino
“Medici e infermieri: i campioni dell’Italia siete voi. Grazie di tutto!”
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