La sanità italiana piange. Piange perché non riesce più a tenersi in piedi, vista la terribile carenza di infermieri (e non solo) di cui ci si è accorti solo a causa della pandemia da Covid-19, ovvero quando tutto il sistema ha rischiato di implodere.
Gli escamotage
E con la vista annebbiata dalle lacrime, assiste inerme ai tristi escamotage più o meno legali e realistici (a tratti davvero imbarazzanti) pensati in fretta e in furia dalla politica per mettere una toppa all’annoso problema e fare inappropriate aggiunte a una coperta che, tirata da una parte dal pubblico e dall’altra dal privato, risulta essere sempre più corta.
Richiamare gli infermieri in quiescenza
L’ultima idea arriva dalla Puglia e a sbandierarla è Antonio Perruggini, presidente dell’associazione ‘Welfare e Levante’: “L’assessore pugliese alla salute Rocco Palese dovrebbe adottare lo stesso provvedimento per gli infermieri in quiescenza, così come ha fatto per i medici consentendo la loro attività anche nelle residenze per anziani (RSA) ancora in attesa degli accreditamenti proprio a causa della carenza di infermieri”.
Richiamare in qualche modo gli infermieri che hanno raggiunto il traguardo della meritata pensione, quindi, per Perruggini è l’unico modo possibile per non andare a ‘pescare’ all’estero.
Un esodo “scriteriato”
Perché i professionisti nostrani, quelli che ancora non hanno raggiunto l’età pensionabile, scarseggiano: sempre più infermieri si dimettono (fuggono verso il privato, verso paesi con stipendi migliori o addirittura verso lavori diversi) e i giovani non si iscrivono più al CdL in Infermieristica (VEDI).
“Le oltre 500 RSA pugliesi proteggono la parte più fragile della popolazione e attendono da anni il riconoscimento di soggetto accreditato che sarebbe già avvenuto se non vi fosse stata la decisione della Regione Puglia del maggio 2020 che favorì l’esodo scriteriato degli infermieri dalle RSA con la prospettiva del posto fisso nel pubblico in chiaro stile ‘zaloniano’” sottolinea Peruggini.
Largo ai giovani, quindi. E problema risolto. In barba a chi, in modo “scriteriato” (magari scappando dagli stipendi da fame proposti dalle RSA, da turni insostenibili e dal demansionamento sistematico), sceglie di dar retta a Checco Zalone.
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