Scale di valutazione del dolore nel bambino, il Progetto Piper

Alexandra Alba 17/03/17
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Il bambino ha diritto a non soffrire. Tutti i pazienti che arrivano presso il Pronto Soccorso hanno una cosa in comune: IL DOLORE. Il progetto Piper sensibilizza gli operatori sanitari, medici e infermieri, sull’uso corretto delle scale di valutazione del dolore nel bambino nei Pronto Soccorso d’Italia.

Progetto Piper: sono bambini e non devono soffrire!

Tuttavia il dolore in età pediatrica assume una valenza diversa rispetto al dolore provato in età adulta per due ragioni:

  • Perché il bambino non possiede la capacità per esprimere il dolore che può avere un paziente adulto, il quale sa con esattezza indicare: regione del dolore accusato, intensità ed irradiazione.
  • La valenza del dolore pediatrico può influenzare il vissuto futuro di quell’ “adulto in potenza”.

I bambini che solitamente si presentano al pronto soccorso possono lamentare due tipi di dolore: acuto, legato ad un trauma, e per questo di facile evidenza ed individuazione; oppure cronico, dovuto a condizioni sicuramente meno evidenti, e di conseguenza più difficile da riconoscere.

La Dott.ssa Franca Benini, responsabile scientifica del progetto Piper sostiene che:

Solo nel 26% dei reparti di emergenza, si utilizzano scale valide per la misurazione della sofferenza e recenti studi evidenziano un sottodosaggio di farmaci analgesici, soprattutto nei pazienti più piccoli”.

Che cosa è il progetto Piper?

Tale progetto nasce dall’esigenza di formare e sensibilizzare medici ed infermieri dei Pronto Soccorsi sulla corretta analisi e gestione del dolore infantile.

Il gruppo Piper (Pain in pediatric emergency room) è un network di 36 Pronto Soccorsi su suolo nazionale, sia pediatrici che generalisti. L’obiettivo del progetto è una corretta gestione del dolore pediatrico, nelle fasi che vanno dal triage alla dimissione.

L’uso corretto delle scale di valutazione del dolore nel bambino

Il percorso formativo ideato per medici ed infermieri predispone una vasta gamma di materiale didattico come: kit completo di video, slide interattive e vari opuscoli di aggiornamento.

Il programma è suddiviso in tre format:

  1. Generalità: valutazione e misurazione del dolore in pronto soccorso, gestione del dolore in triage, conseguente trattamento farmacologico (o non)
  2. Dolore procedurale: venipuntura, rachicentesi, sutura chirurgica.
  3. Dolore acuto: associato a trauma, bambino affetto da anemia falciforme e con deficit neurologico

Il progetto Piper fiore all’occhiello della nostra legislazione

La legge 38 del 2010 sancisce il diritto del minore a ricevere un adeguato controllo antalgico, risulta preciso obbligo professionale di ogni medico ed infermiere (nonostante la tempistica nei Pronto Soccorsi sia sempre sfavorevole ed avversa a questi professionisti) pensare alla sofferenza dei piccoli pazienti già nella prima fase della presa in carico.

È necessario misurare il dolore e mettere in atto tutte le procedure necessarie per ridurlo al minimo. Il principio che anima l’intero progetto si fonda su questo assioma: dove c’è dolore, c’è anche una corretta gestione di esso.

Il Pronto Soccorso è la dimora della concitazione caotica; è la ragion d’essere di questo luogo. Questa premessa è necessaria per comprendere il perché non sempre sia possibile per l’operatore sanitario un’adeguata e repentina attenzione al dolore dei pazienti pediatrici.

Tuttavia delle volte entrano in gioco delle specifiche falle formative e didattiche che non hanno nulla a che fare con la categoria tempistica: per timore, pregiudizi, o (ancor più grave) ignoranza, non si cura tempestivamente la sofferenza dei “piccoli umani” in quanto si temono gli effetti collaterali dei trattamenti antalgici, oppure perché si pensa che la cura analgesica possa mascherare il quadro clinico e ritardare la diagnosi.

Se ti interessa l’argomento dai un’occhiata:

Attraversare il dolore per trasformarlo

Gli operatori dei servizi socio-sanitari non sono immuni dal dolore nelle loro vite. Sette momenti, nelle storie raccolte dai curatori per questo volume, che diventano le tappe di un percorso umano e professionale, ma anche, attraverso la scrittura terapeutica, un ‘lasciar andare il proprio dolore’: Ricevere la diagnosi di una malattia terminale Un lungo accompagnamento alla morte di qualcuno a cui si vuole bene Suona il telefono… La fine di una storia d’amore Un lavoro amato e sognato, il burn out dell’operatore socio-sanitario I macigni del passato tormentano il presente Fuori dal mio corpo: storia di anoressia Ogni racconto propone poi alcune pagine di riflessioni ed esercizi, e così il volume si configura anche come un’occasione di riflessione per gli operatori socio-sanitari e socio-educativi all’interno di itinerari formativi sull’etica, sull’accompagnamento alla morte e sullo sviluppo delle proprie potenzialità.

Nicoletta Todesco, Letizia Espanoli | 2010 Maggioli Editore

25.00 €  20.00 €

Meno dolore più sapere!

Da quanto detto risulta fondamentale sensibilizzare ed informare i professionisti sanitari su le modalità di trattamento del dolore per il bambino in emergenza, ciò risulta possibile basandosi non sulla mera improvvisazione intuitiva, bensì basandosi su evidenze scientifiche, avendo a disposizione protocolli condivisi – magari su tutto il territorio nazionale – .

L’esperienza informativa deve essere additiva ed implementata nel tempo, affinchè l’assistenza al paziente pediatrico dia una voce a quest’ultimo, una voce di cui ancora non dispone. L’intero personale sanitario deve essere la voce che denuncia, combatte e sconfigge il dolore di questi “piccoli umani”.

Alexandra Alba

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