Schillaci persevera: “Liste d’attesa? Servono più medici e vanno pagati meglio”


Intanto che l’Infermieristica annaspa nel guano e con essa l’intero SSN, la politica seguita a parlare di carenza di medici (cosa non vera, VEDI) e del presunto misero stipendio dei camici bianchi italiani. Tanto che si stanno facendo follie per aumentare di 1500 euro il loro salario (VEDI articolo Schillaci: “Stanziamento straordinario, i medici guadagneranno 1000 euro in più al mese”) e che in TV, nei telegiornali, compaiono addirittura accorati appelli del presidente FNOMCeO in tal senso.


Sulle catastrofi che affliggono la nostra sanità, il Ministro della salute Schillaci non ha dubbi.In un recente intervento a Uno Mattina, egli ha infatti spiegato: «Io credo che sia importante investire in due campi. Il primo è sugli operatori sanitari, che durante il Covid hanno dimostrato grande efficienza e dedizione al lavoro: bisogna assolutamente far sì che rientrino nel Sistema Sanitario Nazionale, si sentano gratificati e abbiano anche aumenti stipendiali.

L’altro punto importante va nella direzione dei cittadini: dobbiamo rimetterli al centro del progetto della sanità pubblica e dobbiamo far sì che in qualche modo vengano combattute le annose liste di attesa che rappresentano un problema oggi inaccettabile».


Gratificare i lavoratori e rimettere a centro l’utenza. Tante belle e generiche parole, quindi. Come sempre. Ma è sul tema delle liste d’attesa infinite che il Ministro sfodera nuovamente e cn maggiore chiarezza il suo pensiero: «Abbiamo stanziato 520 milioni. È un problema che purtroppo è datato da molti anni e oggi credo che bisogna far sì che gli operatori sanitari si dedichino soprattutto a questo per fare un servizio ai cittadini.

Le liste di attesa si combattono innanzitutto avendo medici in più, facendo in modo che i medici che lavorano nel servizio sanitario nazionale vengano pagati meglio. Bisogna poi agire sulla razionalizzazione: c’è una percentuale di esami inutili che vengono prescritti e dobbiamo assieme alla comunità medico-scientifico far sì che gli esami diagnostici e le terapie vengano date nei tempi giusti a chi ne ha davvero bisogno».


E ancora: «La carenza di medici oggi è risultato di una errata programmazione negli anni precedenti. Siamo intervenuti insieme al ministro Bernini per aumentare il numero delle persone che si possono iscrivere alle facoltà di medicina e chirurgia. Molti medici in realtà sono andati via dal Servizio Sanitario Nazionale: è nostra intenzione rilanciarlo, renderlo nuovamente un punto di riferimento e far sì che i medici possano rientrare avendo maggiori gratificazioni».

E per quanto riguarda gli infermieri? Perché, caro Ministro, noi sì che siamo VERAMENTE troppo pochi e che guadagnano una miseria rispetto agli altri colleghi europei (e non solo). Cosa ci dice? Ovviamente, le solite vuote e generiche parole, condite dall’imminente arrivo degli indiani: «Stiamo guardando anche all’estero per la necessità di reclutarli in tempi brevi. Anche per gli infermieri e le altre professioni sanitarie vogliamo investire per far sì che i giovani si possano avvicinare».

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Alessio Biondino

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