Come smettere di fumare: strategie e terapia contro la dipendenza da fumo
Il primo fondamentale passo è capire, quali sono i meccanismi alla base di questa dipendenza, in modo da esserne consapevoli durante il periodo di astinenza dal fumo, e rigare dritto verso la libertà da questa dipendenza. Quindi potremmo scoprire quanti modi, strategie e terapia ci sono per smettere di fumare e scegliere quello che fa meglio per noi.
Il ruolo delle multinazionali del tabacco nella dipendenza da nicotina
Dobbiamo essere consapevoli che la dipendenza non è semplicemente una mancanza di forza di volontà, perché dietro a questo brutto vizio c’è un enorme sforzo di sofisticazioni fisiche sul prodotto e manipolazioni mentali sul consumatore, il cui fine ultimo è il profitto a discapito della vita e della salute del fumatore. Uno sforzo titanico delle multinazionali compiuto attraverso ricerche scientifiche e marketing occulto (ricordate l’eterna sigaretta di John Wayne nei film?).
Le attuali leggi contro il fumo
Nel vano tentativo di dissuadere i consumatori dal tabagismo con ulteriori inasprimenti legislativi, è stato pubblicato il Decreto Legislativo n. 6 del 12 gennaio 2016 di recepimento della Direttiva europea 2014/40/Ue.
Queste norme hanno paradossalmente eliminato quelle poche informazioni sul catrame, nicotina e monossido, e gran parte delle immagini commerciali sul pacchetto occupandoli con immagini dissuadenti.
Questo perché il consumatore potrebbe trovare preferibile il confronto con sigarette più leggere rispetto a smettere di fumare, e perché secondo il legislatore immagini di persone ammalate e morte avrebbero esortato il fumatore a smettere.
I dati parlano di un calo del consumo di sigarette del 7%, ma gli stessi non prendono in conto l’uso di una parte di questi di prodotti alternativi come le sigarette elettroniche o le sigarette a tabacco riscaldato.
Consapevoli di farsi del male
La dipendenza da sigaretta si basa su un bypass razionale, ovvero la scelta di fumare e di continuare a farlo è irragionevole, si basa su risposte emozionali e non razionali: “…fumo, so che fa male, ma mi piace. So anche che la bronchite che ho da qualche mese non passerà da sola, ma…”
La cura ai tempi del Covid-19
Le restrizioni dell’isolamento obbligatorio a causa della pandemia hanno acuito le sofferenze di anziani, disabili e caregiver familiari, tutti spesso lasciati soli. Ma nella tempesta le associazioni di volontariato e le famiglie hanno mostrato tutta la loro resilienza. Il volume percorre un viaggio nel nostro Paese tra le persone con disabilità, anche non autosufficienti, evidenziando i problemi non risolti del sistema e del lavoro privato di cura. Il percorso si sviluppa tra vari tipi di pazienti: con malattie neurodegenerative, demenze, disturbi psichici, malattie psichiatriche, persone Down, sindromi dello spettro autistico, ciechi, sordi, sordociechi, malattie rare. Sui problemi dei caregiver familiari il libro fornisce un quadro del dibattito parlamentare e pubblico in vista dell’approvazione della legge specifica. Su questo tema l’autore presenta le esperienze e le soluzioni adottate recentemente in Germania e Francia. Il volume affronta il tema della qualità dell’assistenza territoriale e familiare con la valutazione di esperti e famiglie. Illustra un modello regionale ben strutturato ed efficace nella prossimità dei servizi e nel sostegno ai caregiver: l’Emilia-Romagna. Il libro si chiude con alcune domande legate alla prospettiva del notevole invecchiamento della popolazione italiana e del conseguente aumento del numero degli anziani non autosufficienti. Antonio PinnaHa pubblicato il volume Il mio viaggio nella SLA – Un percorso di conoscenza e condivisione dei problemi dei malati. È autore, insieme al regista Antonello Carboni, del documentario SLA in men che non si dica. L’edizione del docu-film in lingua inglese s’intitola ALS faster than a wink.
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Sigaretta: cosa provoca la dipendenza da nicotina?
In ogni sigaretta non c’è solo nicotina e catrame ma migliaia di sostanze che durante la combustione reagiscono per produrre ulteriori reazioni e nuove ulteriori sostanze. Il corpo potrebbe essere dipendente anche da queste. Secondo alcune teorie, il corpo potrebbe, paradossalmente, nel tentativo di mantenere la sua omeostasi (autoregolazione interna) il livello di avvelenamento a cui lo abbiamo abituato!
Il tabagismo è una dipendenza che, similarmente ad altre dipendenze da droghe o da alcool (o addirittura quella positiva da sport), basa sul comportamento compulsivo di continua ricerca della sigaretta la continua stimolazione dei circuiti cerebrali che, comuni a tutte le dipendenze, attivano la produzione di dopamina.
Ogni dipendenza si basa sempre sullo stesso meccanismo di associazione tra un comportamento, quale fumare o bere alcool, ed una gratificazione biochimica.
Faccio una cosa, e il mio cervello è felice.
Craving: “avere la scimmia” da sigaretta
Craving o in gergo giovanile “avere la scimmia“, è una risposta psicologica e fisica di agitazione, sudorazione e palpitazione per l’impulso incoercibile di ricerca di una sigaretta. Sensazione di astinenza tipica dei fumatori, tra una sigaretta e l’altra.
I momenti di craving possono essere consci come le sigarette dopo il caffè o in seguito a sentimenti di noia oppure inconsci come quelli rituali, tipo ad un orario specifico o ancora legati ad una particolare abitudine quotidiana, come la passeggiata con il cane.
Smettere di fumare: terapie farmacologiche e psicologiche
L’astinenza dal fumo trascina con sé una serie di sintomi sia fisici che psicologici, dalla stitichezza al nervosismo. Il primo passo per smettere di fumare quindi è avere l’aiuto di professionisti che, attraverso un trattamento farmacologico e psicologico, rafforzino il processo decisionale del fumatore a smettere. Bisogna controllare e modificare per quanto possibile l’ambiente, aumentare la motivazione e le risorse personali del paziente.
Trattamento farmacologico del tabagismo
Recettori nicotinici sono disseminati in tutto l’organismo, di conseguenza un’eventuale astinenza deve essere compensata da un aiuto farmacologico consistente.
La terapia sostitutiva a base di nicotinica si fonda sul presupposto terapeutico di compensare almeno l’80% del fabbisogno di nicotina del tabagista, ma ancora più importante è che l’assunzione corporea di nicotina per via farmacologica simuli la quantità assunta attraverso il fumo di sigaretta.
Chiedete al medico una visita specialistica verso centri anti-tabacco in cui valuteranno il vostro bisogno di nicotina e formuleranno una corretta terapia sostitutiva nicotinica.
Terapia psicologico-comportamentale del tabagista
Insieme a professionisti accreditati e formati come psicoterapeuti, psicologi e counsellor spesso si può dividere il progetto di disassuefazione in fasi:
- Osservazione del comportamento: valuto come quando e perché fumo durante la settimana, quali sono i momenti in cui fumo maggiormente (in cui il richiamo alla sigaretta si fa più forte) e quali quelli in cui è assente il bisogno di fumare. Fumo in risposta allo stress per rilassarmi o durante momenti di noia per eccitarmi?
- Analisi degli stimoli associativi e allenamento all’astinenza.
- Amplificazione dell’autocontrollo, appoggio comportamentale e cognitivo per resistere al fumo.
Le principali terapie comportamentali si baseranno su tre concetti fondamentali:
- Riconoscere gli stimoli condizionanti attraverso la razionalizzazione degli impulsi.
- Modificare il comportamento.
- Rafforzare il nuovo comportamento ed estinguere l’abitudine.
Prodotti alternativi: la sigaretta elettronica
L’uso della sigaretta elettronica per smettere di fumare funziona? Nonostante le e-cig siano in commercio da quasi dieci anni, le ricerche attualmente latitano per qualità metodologica e i risultati sono ancora ambigui su due fronti: smettere di fumare con le sigarette elettroniche e se le e-cig fanno meno male delle tradizionali.
Sigaretta elettronica per smettere di fumare
Un articolo del portale divulgativo della FNOMCEO, raccoglie le ricerche disponibili e dichiara che uno studio conferma che la sigaretta elettronica è un metodo più efficace rispetto a qualunque altro metodo disponibile ad oggi ma specificando che questa conclusione si basa su un campione di ex-fumatori troppo ridotto per poterne essere sicuri, mentre un altro studio nega questa efficacia.
La sigaretta elettronica fa male alla salute?
Secondo un rapporto del Royal College of Physicians condotto nel Regno Unito per conto di Public England (PHE), autorità sanitaria inglese, le sigarette elettroniche sono per il 95% più sicure rispetto alle sigarette tradizionali e la maggior parte della comunità scientifica appoggia questa affermazione, ne abbiamo parlato più del dettaglio in questo articolo.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in controtendenza, ha invece specificato in un suo aggiornamento che non vi sono prove che le sigarette elettroniche siano meno pericolose rispetto a quelle convenzionali e che gli Stati membri dovrebbero trattarle alla stessa attività regolatoria e controllo di qualsiasi altro prodotto per tabagisti.
La prossima cosa da fare per non essere dipendente dal fumo
Ora che abbiamo una panoramica abbastanza completa della dipendenza da fumo di sigaretta, il prossimo passo è semplice: chiedere aiuto al proprio medico di base e contattare il Centro Anti-fumo più vicino dove potrete trovare i massimi esperti del vostro territorio pronti ad aiutarvi a smettere di fumare!
Qui un documento con tutti i dati e i contatti per il Centro Anti-Fumo più vicino
Fonti:
- Royal College of Physicians – Nicotine without smoke: Tobacco harm reduction – Aprile 2016.
- Guida ai servizi territoriali per la cessazione dal fumo di tabacco – Centro Nazionale Dipendenze e Doping (Maggio 2019)
Leggi anche:
Sigaretta elettronica per smettere di fumare, strumento dei Centri Antifumo
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