Sondaggio rileva: Infermiere lavoro essenziale ma meglio fare l’ambulante

Dario Tobruk 26/06/20
Fa scalpore sui social il sondaggio pubblicato dal Sunday Times (UK) e che ha chiesto a 1000 intervistati singaporiani nel contesto della recente pandemia globale, quali siano secondo loro i lavori essenziali e quali no. Durante un’emergenza sanitaria, per medici e infermieri, vincere il primo posto tra i lavoratori più essenziali è stato vincere facile. Diversamente da quello che ci si aspetta però, gli intervistati del sondaggio indicano gli artisti come i meno essenziali per la società. Ovviamente, come molte testate giornalistiche stanno ribadendo da diversi giorni, anche noi dissentiamo da questo risultato. Più della metà del nostro tempo libero è occupato proprio dal lavoro degli artisti: film, musica, libri. Tutto quello che riempie di bellezza il nostro tempo libero e ci conforta in questo periodo così difficile, è proprio il lavoro degli artisti, anche per noi sanitari che, quando torniamo a casa, ci godiamo il frutto del loro lavoro. Subito dopo questa sfortunata categoria, si posizionano i telemarketer (venditori telefonici), e i social media manager subito dopo.

Infermiere lavoro essenziale ma 1 su 4 non lo farebbe

Il fatto che la testata abbia pubblicato il questionario in piena emergenza Covid non poteva che portare ad un unico risultato possibile: nella classifica dei lavori essenziali, al primo posto, ci sono medici e infermieri. È appagante essere riconosciuti come utili al benessere della società, ma a un’analisi più approfondita dei risultati, emerge un dato interessante che fa cogliere un sottinteso: il 25% circa degli intervistati non farebbe l’infermiere mentre solo il 20% non farebbe il venditore ambulante (hawker). È quindi più appetibile il lavoro del venditore ambulante piuttosto che quello dell’infermiere.

 Anche all’estero gli infermieri hanno poca considerazione sociale

Ne avevamo già parlato, anche all’estero fare l’infermiere non è un lavoro socialmente allettante, e questo sondaggio lo conferma con i dati. Per quanto la professione possa risultare più soddisfacente nei paesi anglosassoni, come l’Inghilterra e gli USA,  dove alcune infermiere sostituiscono il medico di famiglia, fanno piccole operazioni di chirurgia o addirittura impiantano pacemaker, anche da quelle parti il nostro lavoro risulta prigioniero di pregiudizi comuni in tutto il mondo. Stress e demansionamento negli UK sono denunciati da molti infermieri inglesi. Negli Stati Uniti d’America gli infermieri uomini sono addirittura scherniti per il loro lavoro: è famosa la scena nel film Ti presento i miei, dove Greg Fotter (Ben Stiller) viene deriso per essere un infermiere maschio.

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