La crisi in cui ci ha catapultati la pandemia non va assolutamente ‘sprecata’… Lo ha detto l’altro ieri (1 giugno), all’inaugurazione dell’hub vaccinale nella sede di Confindustria a Roma, il Ministro della Salute Roberto Speranza (VEDI Ansa).
‘Dobbiamo chiudere la stagione dei tagli’
Che ha aggiunto: “Dobbiamo assumere impegni per il futuro di questo paese e questo significa difendere il Servizio sanitario nazionale con tutte le forze, chiudere la stagione dei tagli e aprire una e di grandi investimenti”.
Investimenti di cui il Ministro ha parlato anche il giorno prima (31 maggio) durante la Consulta delle professioni sanitarie e socio sanitarie, tenutasi presso il Ministero della Salute: “Prossimità, innovazione e formazione sono alcuni dei principali temi che guideranno la grande stagione di investimenti che attende la nostra sanità pubblica nei prossimi anni”, ha dichiarato illustrando i contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e le linee di sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale in programma per il prossimo futuro.
Il problema è adesso: servono assunzioni
Parole meravigliose, pregne di significati che ci fanno ben sperare. Però il problema è adesso. Certo, ‘assumere’ impegni (che poi vanno rispettati) per ciò che verrà (chissà quando, conoscendo i tempi italiani) è essenziale per la ricostruzione del nostro SSN, ma…
Nell’immediato, al di là dei tanti modi più o meno consistenti per dire grazie agli operatori sanitari (francobolli, Nobel, ecc.) che si sono immolati contro il Covid, non sarebbe arrivato il momento di ‘assumere’ infermieri così da aggiornare in fretta gli organici dei nostri ospedali ridotti all’osso e che stanno boccheggiando? Anche perché l’idea di affrontare una nuova emergenza sanitaria nella situazione attuale, appare davvero come assai poco pensabile…
In Germania gli infermieri prendono 15.000 euro in più
E non sarebbe il caso di ‘ritoccare’ realmente lo stipendio di alcuni professionisti della salute (infermieri in primis), come promesso da sempre e da chiunque, in modo da rendere un tantino più appetibile la scelta di diventare un professionista sanitario per i giovani che invece scappano a gambe levate dal pericolo di incastrarsi in una ‘professione laureata pagata da diplomata’?
Perché, lo ricordiamo ancora una volta, rispetto ad altre realtà come quella tedesca, la differenza di retribuzione degli infermieri italiani annua ammonta a circa 15.000 euro. E in confronto ad altri paesi europei come Francia e Spagna, l’Italia ha un numero terribilmente ridotto di infermieri (la metà! VEDI).
E in Sicilia sono in 2 a prendersi cura di 40 pazienti
“Dobbiamo chiudere la stagione dei tagli”, certo… Intanto, però, al di là delle tante chiacchiere di cui gli operatori sanitari sono saturi da tempo immemore, ci sono ancora regioni dove soli 2 infermieri devono prendersi cura di ben 40 pazienti, quando il rapporto ideale ed umano sarebbe 1-4 o 1-6 (VEDI studio).
Ciò, ad esempio, accade in Sicilia (come riporta itacanotizie.it) e a denunciarlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca: “Quella dell’infermiere è una figura determinante per rilanciare la medicina territoriale.
È assurdo che in Sicilia si continuino a lasciare ad esempio due infermieri per seguire 30 o 40 pazienti, questo comporta un alto livello di stress ed un elevato rischio sia per gli infermieri che per i pazienti. Il governo regionale faccia tesoro dell’esperienza COVID e la smetta di fare insensati tagli lineari al sistema sanitario privi di ogni visione territoriale”.
Bisogna fare presto
Per chi non lo avesse ancora capito… Bisogna fare presto, o ricominceremo a cercare affannosamente infermieri dalla formazione teorico-pratica molto discutibile all’estero.
Intanto che i nostri, pochi, formati dalle nostre università e dai nostri ospedali, scapperanno via alla ricerca di situazioni lavorative ed economiche assai più soddisfacenti.
“Lo sviluppo economico e sociale del paese ha nella vittoria della battaglia sanitaria la sua premessa”, ha detto Speranza. Quindi cosa state aspettando? SBRIGATEVI!
Autore: Alessio Biondino
Carenza di infermieri? Certo, è una professione ‘laureata’ pagata da ‘diplomata’
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