Stomatite: cause, sintomi, diagnosi e trattamento

Dario Tobruk 24/10/24

La stomatite è un’infiammazione delle mucose orali che può manifestarsi con dolore, arrossamento, ulcere e fastidio durante la masticazione o la deglutizione. Può avere origini diverse, tra cui infezioni virali, batteriche o micotiche, carenze nutrizionali, allergie o malattie autoimmuni.

Tra le forme più comuni, la stomatite aftosa ricorrente è caratterizzata dalla comparsa periodica di piccole ulcere dolorose all’interno della bocca. Sebbene spesso sia un disturbo benigno, in alcuni casi può segnalare problemi di salute sottostanti. Scopriamo insieme cause, sintomi, diagnosi e le migliori strategie di trattamento per alleviare il disagio e prevenire le recidive.

Indice

Definizione

La stomatite è un’infiammazione che interessa le mucose del cavo orale, manifestandosi in modo generalizzato o localizzato nelle guance, palato, lingua, gengive e labbra. Le cause di questa condizione possono essere varie, tra cui cause meccaniche, chimiche, batteriche, micotiche, virali, nutrizionali o derivanti da malattie sistemiche come quelle metaboliche o autoimmuni.

La stomatite aftosa ricorrente è una forma particolare di stomatite in cui ulcere rotonde e dolorose si ripresentano sovente sulla mucosa orale. L’eziologia non è chiara, ma tende a presentare familiarità e il danno è prevalentemente mediato da linfociti T. 

Alcuni fattori predisponenti includono trauma orale, stress e determinati alimenti come cioccolato, caffè, arachidi, uova, cereali, mandorle, fragole, formaggio e pomodori.

La sintomatologia può variare da un’ulcera occasionale a una patologia quasi continua, con nuove ulcere che si formano quando guariscono quelle precedenti. Le ulcere aftose sono ben demarcate, superficiali, ovoidali o rotonde e hanno un centro necrotico con una pseudomembrana giallo-grigiastra, un alone rosso e margini arrossati leggermente in rilievo.

Esistono diverse forme di stomatite aftosa ricorrente, tra cui ulcere aftose minori, maggiori e erpetiformi, ciascuna con caratteristiche specifiche in termini di dimensioni, durata e localizzazione.

Epidemiologia

Le stomatiti aftose ricorrenti colpiscono circa ⅓ della popolazione in generale, con dati distribuiti tra i vari paesi. Questa condizione si manifesta di solito per la prima volta nel corso dell’adolescenza e rappresenta una delle affezioni orali più comuni.

Le afte si sviluppano nelle parti molli della bocca, e possono manifestarsi in modo ripetuto nel tempo, in luoghi diversi o in modo ricorrente. La condizione medica che definisce questo problema è nota come “Stomatite Aftosa”, e ne esistono tre forme principali: 

  • La Stomatite Aftosa di tipo Minor rappresenta la forma più comune, colpendo più dell’80-85% dei pazienti con meno di 30 anni con ulcere di piccole dimensioni (< 8mm) con tendenza all’auto-risoluzione in 10 giorni.
  • Le Stomatiti Aftose di tipo Major, note anche come malattia di Sutton o periadenite mucosa necrotica ricorrente, rappresentano il 10% dei casi di aftosi. Queste ulcere tendono a manifestarsi dopo la pubertà e sono caratterizzate da un prodromo più marcato rispetto all’aftosi minore. Le lesioni sono più profonde, di dimensioni maggiori (superiori a 1 cm) e persistono per un periodo più lungo, che può variare da settimane a mesi.
  • Le Stomatiti Aftose Erpetiformi, pur avendo un aspetto simile all’herpes-virus ma non correlate ad esso, costituiscono il 5% dei casi di aftosi. Si manifestano come piccole ulcere dolorose raggruppate (fino a 100) di 1-3 mm su una base arrossata. Con il tempo, queste ulcere tendono a fondersi formando lesioni più ampie che persistono per circa 2 settimane. Questo tipo di ulcera è più comune nelle donne e si manifesta in età più avanzata rispetto ad altre varianti di stomatite aftosa ricorrente.

Diagnosi

La diagnosi di stomatite deve percorrere un attento esame medico che procederà in quattro fasi: anamnesi, esame obiettivo, diagnostica e diagnosi differenziale.

Anamnesi
La diagnosi della stomatite si basa principalmente sull’analisi dei sintomi clinici e sulla anamnesi clinica del paziente. Nell’approccio diagnostico al paziente che presenta stomatite, è essenziale risalire alle cause primarie dell’infiammazione.

Questo paradigma permette di evitare complicazioni secondarie o la cronicizzazione della malattia. L’anamnesi può anche includere la verifica di condizioni che potrebbero aver causato lesioni orali, come un’infezione da herpes simplex, e fattori di rischio per tali alterazioni, come il cancro, il diabete, l’uso di immunosoppressori o infezioni da HIV.

Durante l’esame clinico, è necessario valutare anche l’uso di farmaci recentemente assunti dal paziente, eventuali terapie radioterapiche o chemioterapiche, il consumo di tabacco e la pratica di rapporti sessuali non protetti.

Esame obiettivo
Durante l’esame obiettivo , il medico esamina la cavità orale per escludere problemi dovuti a cause locali, soprattutto se sono presenti apparecchi mobili o protesi dentarie.

Particolare attenzione viene data alla durata dei sintomi, alla modalità d’insorgenza in episodi precedenti, alla presenza e intensità del dolore, e alla relazione dei sintomi con fattori come l’alimentazione, i farmaci assunti, l’esposizione a sostanze chimiche, metalli, fumi o polveri. 

Come abbiamo già specificato, la causa potrebbe essere alimentare e in quanto tale andranno considerati eventuali cibi da escludere in maniera sequenziale, fino al riscontro dell’alimento colpevole delle afte.

Se il sospetto diagnostico lo prevede, sarà necessario allargare il campo di valutazione anche alla pelle degli altri distretti del paziente e alle altre superfici mucose, come i genitali, per verificare la presenza di lesioni, eruzioni o altre anomalie come le lesioni bollose. Quest’ultime, lesioni che potrebbero essere esaminate attraverso il segno di Nikolsky, un test in cui gli strati superficiali dell’epidermide si spostano lateralmente quando viene applicata una delicata pressione laterale o sfregando la pelle vicino alla bolla. Questo segno aiuta i medici a diagnosticare e differenziare varie condizioni bollose della pelle e delle mucose come il pemfigo, da stomatiti generiche.

Nel caso di evidenza di lesioni cutanee generali del paziente con stomatite, sarebbe necessario per l’infermiere approfondire come identificare, classificare e monitorare le lesioni cutanee secondo le ultime linee guida internazionali: in questo caso noi di Dimensione Infermiere consigliamo la lettura de “La valutazione del paziente con ulcere croniche – Perché guardare oltre il “buco nella pelle”.

Questo volume è un testo di riferimento nell’ambito del wound care, pubblicato nel luglio 2018 da Maggioli Editore, scritto da Claudia Caula, Alberto Apostoli, Angela Libardi, Emilia Lo Palo, infermieri con ampia esperienza nel campo delle lesioni cutanee.

La valutazione del paziente con ulcere croniche

FORMATO CARTACEO

La valutazione del paziente con ulcere croniche

Quando, nelle corsie dei reparti, o dai lettini degli ambulatori, oppure durante gli eventi formativi o in occasione degli stage/ tirocini dei corsi di laurea e master universitari, si pone la fatidica domanda: “Cosa serve per ottenere la guarigione di un’ulcera cronica?”, comunemente la risposta è un lungo elenco di medicazioni, dispositivi e tecnologie tra i più disparati. Oggi più che mai è invece necessario (ri)orientare l’assistenza limitata e limitante generata da questa prospettiva che non riesce ad andare oltre al “buco che c’è nella pelle”, restituendo centralità alla persona con lesioni cutanee; occorre riaffermare che il processo di cura deve essere basato su conoscenze approfondite, svincolate da interessi commerciali, fondate su principi di appropriatezza, equità, sostenibilità e in linea con il rigore metodologico dell’Evidence Based Nursing/Medicine che fatica ad affermarsi. Questo testo, pensato e scritto da infermieri con pluriennale esperienza e una formazione specifica nel settore del wound management, propone nozioni teoriche e strumenti pratici per capire quale ulcera e in quale paziente abbiamo di fronte, e de- finire quali obiettivi e quali esiti dobbiamo valutare e devono guidare i nostri interventi. Nello specifico, la prima sezione del volume affronta alcune tematiche propedeutiche alla valutazione delle ulcere croniche, offrendo al lettore una discussione approfondita sui meccanismi della riparazione tessutale normale e quelli attraverso cui un’ulcera diventa cronica; segue una panoramica di questa tipologia di lesioni cutanee. La seconda sezione entra nel dettaglio delle varie fasi in cui si articola il percorso strutturato della valutazione con cui realizzare la raccolta di informazioni e dati sulla base dei quali formulare un giudizio clinico e guidare, in maniera consapevo- le e finalizzata, gli interventi di trattamento delle ulcere croni- che, come è richiesto ai professionisti della salute di oggi.Claudia Caula, infermiera esperta in wound care. Direzione delle Professioni Sanitarie. AUSL Modena.Alberto Apostoli, podologo; infermiere esperto in wound care; specialista in assistenza in area geriatrica; specialista in ricerca clinica in ambito sanitario. Azienda ASST Spedali Civili di Brescia.Angela Libardi, infermiera specializzata in wound care. ASST Sette Laghi – Varese.Emilia Lo Palo, infermiera specializzata in wound care. Ambulatorio Infermieristico Prevenzione e Trattamento Lesioni Cutanee; Direzione delle Professioni Sanitarie. Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

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Diagnosi differenziale
In presenza di alcuni sintomi sistemici, come la febbre, le bolle cutanee, infiammazione oculare o segni di immunocompromissione, il medico dovrà porre un’attenta diagnosi differenziale delle cause di stomatite ed evitare di escludere troppo rapidamente alcune possibili alternative patologiche ai quadri che corrispondono a quelli di queste fastidiose ulcere buccali.

Spesso, le cause dell’infiammazione orale possono essere dedotte dall’anamnesi, come l’esposizione a sostanze chimiche o la chemioterapia. La ricorrenza di lesioni orali può suggerire condizioni come stomatite aftosa ricorrente, herpes simplex o malattia di Behçet.

La storia clinica può rivelare fattori di rischio come diabete, infezione da HIV o l’uso recente di antibiotici, che possono predisporre a infezioni da Candida.

Alcune condizioni presentano sintomi extraorali, come sintomi gastrointestinali nella malattia infiammatoria intestinale o sintomi oculari nella malattia di Behçet.

La presenza di bolle cutanee può indicare condizioni come la sindrome di Stevens-Johnson o il pemfigo. La sede delle lesioni orali può fornire ulteriori indizi sulla causa, come ulcere interdentali associate all’herpes simplex o lesioni da trauma fisico.

La gonorrea orale, la sifilide e la Candida sono altre condizioni che possono manifestarsi con specifici segni e sintomi orali. La diagnosi accurata è essenziale per determinare la causa sottostante e avviare un trattamento appropriato.

Diagnostica ed esami
In alcuni casi, possono essere necessari ulteriori test diagnostici. In presenza di stomatite ricorrente, è consigliabile effettuare prelievi ematici per l’esecuzione di emocolture e per identificare eventuali infezioni virali o batteriche, oltre a esami del sangue come emocromo, dosaggio di sideremia, ferritina, vitamina B12, acido folico, zinco e la ricerca di anticorpi antiendomisio per diagnosticare la celiachia.

Se le lesioni persistono e non si riesce a identificarne la causa, può essere opportuno eseguire una biopsia prelevando tessuto sia dalla zona sana che da quella alterata.

Trattamento della stomatite

Il trattamento della stomatite dipende dalla causa sottostante e dalla gravità dei sintomi. Per le forme lievi, spesso sono sufficienti misure di supporto come l’uso di collutori salini o soluzioni antisettiche per mantenere l’igiene orale e alleviare il dolore.

In caso di stomatite causata da infezioni, possono essere prescritti antivirali o antimicotici, a seconda dell’agente eziologico. Per esempio, in presenza di un’infezione da Candida, potrebbe essere indicato un trattamento con antimicotici topici.

Se la stomatite è di origine autoimmune o infiammatoria, come nel caso della stomatite aftosa ricorrente, possono essere utilizzati corticosteroidi topici per ridurre l’infiammazione e accelerare la guarigione.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario l’uso di farmaci sistemici o immunosoppressori. Inoltre per identificare possibili trigger, potrebbe essere adeguato eliminare alcuni alimenti dalla dieta o cambiare prodotti di uso quotidiano come dentifrici, gomme da masticare o collutori.

Trattamento topico
Il trattamento topico della stomatite mira principalmente ad alleviare i sintomi associati a questa condizione. Tra le cure topiche per la stomatite disponibili, vi sono anestetici, rivestimenti protettivi, corticosteroidi e misure fisiche come la cauterizzazione.

Per ridurre il fastidio che può interferire con l’alimentazione e le bevande, gli sciacqui con lidocaina potrebbero essere raccomandati. Esistono diverse formulazioni di collutori topici che possiedono principi attivi in grado di alleviare e gestire i segni dell’infiammazione:

  • Collutori con clorexidina: un antisettico utilizzato per disinfettare la cavità orale e prevenire le infezioni.
  • Collutori con lidocaina: utilizzati per anestetizzare l’area e ridurre il dolore.
  • Collutori con sucralfato: utilizzati per proteggere le ulcere e promuovere la guarigione.
  • Collutori con tetraciclina: possono aiutare a ridurre l’infiammazione e combattere le infezioni batteriche.
  • Collutori con nistatina: utilizzati per trattare le infezioni fungine orali.
  • Collutori galenici: una combinazione di diversi ingredienti, come antistaminici, anestetici e antisettici, spesso preparati in farmacia.


Trattamento farmacologico
Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario ricorrere a una terapia corticosteroidea sistemica prolungata. I corticosteroidi sono farmaci anti-infiammatori che possono aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore associati alle ulcere orali. Tuttavia, l’uso prolungato di questi farmaci può comportare effetti collaterali, motivo per cui la loro somministrazione deve essere attentamente monitorata.

Altri farmaci che possono essere prescritti includono azatioprina o altri immunosoppressori. Questi farmaci agiscono riducendo l’attività del sistema immunitario, che può essere iperattivo in persone con stomatite aftosa ricorrente.

La pentossifillina è un altro farmaco che può essere utilizzato, poiché migliora la circolazione sanguigna e riduce l’infiammazione. La talidomide, pur essendo efficace, è utilizzata con cautela a causa dei suoi potenziali effetti collaterali gravi.

In alcuni casi, le iniezioni intralesionali possono offrire un sollievo rapido e mirato. Queste iniezioni, che vengono somministrate direttamente nell’ulcera, possono contenere farmaci come betametasone, desametasone o triamcinolone. Questi farmaci agiscono localmente per ridurre l’infiammazione e accelerare la guarigione.

Infine, è stato osservato che la somministrazione di determinate vitamine e minerali, come la vitamina B1, B2, B6, B12, acido folico o ferro, può alleviare i sintomi della stomatite aftosa ricorrente in alcuni pazienti. Questo suggerisce che una carenza di questi nutrienti potrebbe giocare un ruolo nella manifestazione della malattia in alcune persone.

Fonti dell’articolo e bibliografia essenziale:

  • Hennessy B.J. (2024). Stomatite. MSD Manuale Professionale. [Link]
  • La Riccia R.V.. (n.d.). Stomatite: sintomi, cause e cure. SantagostinoPedia. [Link]

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook Instagram)

Dario Tobruk

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