Ci sono voluti 14 anni e ben 7 gradi di giudizio per mettere fine a un vero e proprio incubo vissuto da un infermiere del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Lamezia Terme.
Arrestato per maltrattamenti e violenza sessuale
Nel 2007 fu sottoposto a misura cautelare e tratto a giudizio per rispondere dei reati di violenza sessuale e di maltrattamenti nei confronti di due pazienti. Un’accusa terribile, infamante, che lo portò a essere giudicato colpevole in 1° grado: le testimonianze delle sue presunte vittime, infatti, di cui una costituitasi parte civile, furono reputate attendibili.
Ricorsi e annullamenti
Nel 2012, in Appello, l’infermiere fu assolto dal reato di maltrattamenti, ma la condanna per violenza sessuale fu confermata. La difesa dell’imputato, però, presentò ricorso e nel 2014 la Corte Suprema di Cassazione sentenziò che in Appello vi fu un vizio processuale negli accertamenti psicodiagnostici conferiti ed espletati dai consulenti dell’accusa; la condanna di appello fu quindi annullata, con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello per un nuovo giudizio.
Le consulenze tecniche dell’accusa
Nuovo giudizio che, nel 2016, con le stesse argomentazioni della sentenza annullata, condannò il sanitario per il reato di violenza sessuale. Ma i suoi avvocati presentarono un nuovo ricorso e il copione si ripeté nuovamente: nel 2018 la Cassazione dichiarò ancora una volta inutilizzabili le consulenze tecniche dell’accusa. Perciò vi fu un altro annullamento della sentenza con il rinvio ad altra Sezione della Corte di Appello per un nuovo giudizio.
‘Il fatto non sussiste’
E stavolta, dopo un accertamento sulla capacità a testimoniare della presunta persona offesa e dopo un’attenta valutazione scientifica, nel 2019 la Corte d’Appello di Catanzaro ha ribaltato tutto: disattendendo le richieste di conferma della sentenza di condanna del Procuratore Generale e della parte civile, ha infatti assolto l’infermiere con la più ampia formula: “perché il fatto non sussiste”.
La Procura Generale ha poi impugnato tale sentenza, ma… Stavolta l’odissea giudiziaria del sanitario era decisamente finita: la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della pubblica accusa.
Autore: Alessio Biondino
Fonte: Il Quotidiano del Sud
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