La nascita degli pseudo infermieri a basso prezzo (il “Super OSS” con competenze infermieristiche) voluta fortemente dalla regione Veneto e che, purtroppo per i cittadini, si sta tristemente materializzando (VEDI Doc. 50 Regione Veneto), continua a far discutere.
Stati Generali e Consensus Conference
E mentre la FNOPI avvia gli Stati Generali della professione (per discutere coi propri iscritti il futuro dell’infermieristica), attiva “Consensus Conference” (un confronto tra le principali istituzioni nazionali e alcune associazioni infermieristiche per elaborare un “position” sulla politica della Federazione), di fatto c’è chi approfitta delle tante “distrazioni” in corso per arraffare competenze e per dimostrare che forse l’infermieristica tanto “professione” non è.
Così come i tanti vaccinatori non infermieri moltiplicatisi durante la pandemia (quello dei farmacisti è stato il caso più emblematico), infatti, il “mini infermiere” del Veneto è un autentico schiaffo in faccia a chi pensava che, dopo l’evoluzione trentennale dell’infermieristica italiana, l’infermiere generico non servisse più per tanti motivi.
Riecco l’infermiere generico
E invece… Dopo averlo buttato fuori dalla porta, eccolo che rientra dalla finestra. Il bello è che non molto tempo fa c’era anche chi lo prevedeva e che, addirittura, lo proponeva fortemente come l’unica soluzione ai mali del nostro SSN.
Trattasi del Presidente di Legacoopsociali FVG Gian Luigi Bettoli che, scrutando la sua sfera di cristallo durante una calda giornata dello scorso luglio, lanciò un severo monito per risolvere la terribile carenza di personale infermieristico: ricreare a tutti i costi il vecchio infermiere generico tramite la formazione complementare degli OSS.
C’è chi lo aveva previsto
Già, perché per Bettoli oramai “gli infermieri sono diventati mini-medici” e per far fronte alla loro devastante carenza “è urgente rispondere subito, come hanno deciso non alcune singole regioni, ma la Conferenza delle Regioni nel suo insieme”.
“La figura dell’OSS – C corrisponde al tradizionale infermiere generico che opera in collaborazione, e sotto la direzione, dell’infermiere professionale. E’ urgente averne disponibili presto, per coprire questa fase di alcuni anni in cui, altrimenti, le punture ce le dovremo fare da soli”, spiegava.
E come dargli torto? Le “punture” sono sempre un problema.
Povera professione infermieristica, depauperata e svilita.
Poveri operatori socio sanitari, sfruttati per un tozzo di pane.
E poveri cittadini, messi in mano a chiunque pur di limitare i costi.
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