L’obesità e le sue complicanze sono un problema di salute pubblica in crescita in molti Paesi, a causa dell’aumento della prevalenza, dell’impatto rilevante sulla salute degli individui affetti e del crescente peso economico correlato. I trattamenti per l’obesità, che includono sia interventi sullo stile di vita, sia terapie farmacologiche, sono spesso caratterizzati da scarsa efficacia nel lungo termine.
Recentemente la chirurgia metabolica/bariatrica ha implementato nuove strategie al fine di raggiungere l’obiettivo di una perdita di peso rilevante nei pazienti morbosamente obesi, dimostrando di avere un potenziale terapeutico per condizioni correlate all’obesità quali il Diabete Mellito Tipo 2 e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).
L’utilizzo di approcci chirurgici è stato finora contenuto a causa di limitazioni organizzative ed economiche. Il recente sviluppo e l’adozione di linee guida rigorose hanno tuttavia dimostrato la possibilità di compiere scelte terapeutiche appropriate ed un conseguente incremento della qualità delle cure.
In particolare la Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB) ha riconosciuto questa necessità e ha deciso di progettare e sviluppare le prime linee guida italiane. L’obiettivo è quello di assistere gli operatori sanitari nella scelta dell’opzione chirurgica più appropriata per il trattamento dell’obesità e delle condizioni patologiche ad essa correlate, di garantire la massima sicurezza del paziente in tutte le fasi del percorso di cura e di assistenza (pre, intra e postoperatorio), minimizzando l’insorgenza di complicanze nel breve, medio e lungo termine. Tra le diverse opzioni chirurgiche descritte nelle LLGG troviamo il trattamento transitorio che consiste nel posizionamento del pallone intragastrico (Bioenterics Intragastric Balloon, BIB).
Si tratta di un dispositivo a forma sferica riempito di circa 500-800 ml di soluzione fisiologica o aria che viene posizionato endoscopicamente all’interno dello stomaco in sedazione anestesiologica e attraverso controllo radiografico. Normalmente viene usato in preparazione ad una tecnica chirurgica definitiva, ma in casi selezionati può essere impiegato nei pazienti non candidabili alla chirurgia bariatrica. Il pallone funge da corpo estraneo che si muove liberamente nello stomaco riducendone la capacità ed inducendo un precoce senso di sazietà. È controindicato in presenza di ernia iatale o di patologia infiammatoria esofago-gastrica in fase attiva.
Tra le possibili complicanze possiamo distinguere quelle immediate e quelle tardive. Le complicanze immediate possono comprendere reazioni avverse a sedativi o anestetici locali, crampi addominali o disturbi causati dall’aria indotta dall’endoscopia, dolore o irritazione della faringe conseguente alla procedura, aspirazione del contenuto gastrico nei polmoni, eventuali lesioni o perforazioni dell’esofago e della giunzione esofago gastrica.
Le possibili complicanze tardive (alcune delle quali molto gravi) sono:
Tecniche chirurgiche
Gli interventi possibili oggi in Italia, suffragati da ampie casistiche e da un follow-up adeguatamente prolungato sono:
- A) Interventi restrittivi che limitano cioè l’introduzione del cibo ad azione prevalentemente meccanica.
- Gastroplastica verticale (secondo Mason oppure secondo Mac Lean)
- Bendaggio gastrico
- Sleeve gastrectomy (gastrectomia verticale)
- Plicatura gastrica
- B) Interventi ad azione prevalentemente funzionale
- Bypass gastrico
- Bypass gastrico ad unica anastomosi o mini bypass gastrico
- C) Interventi “malassorbitivi” che limitano cioè l’assorbimento del cibo
- Diversione bilio-pancreatica (secondo Scopinaro e Duodenal switch)
La Gastroplastica verticale secondo Mason, introdotta negli anni ’80, mira a ridurre la dimensione dello stomaco tramite la creazione di una piccola tasca verticale all’interno dell’organo. Questa tasca piccola e stretta rappresenta il nuovo “stomaco funzionale” ed ha una capacità assai limitata. Esistono due diverse tecniche.
Nella tecnica originale secondo Mason la tasca è separata dal resto dello stomaco da una sutura verticale meccanica e dall’anello in polipropilene inestensibile.
Nella versione secondo MacLean invece che rappresenta un’evoluzione della tecnica secondo Mason, la tasca gastrica è separata mediante una “taglia e cuci”, procedimento che rinforza la separazione ed evita il rischio di cedimento della sutura con conseguente inefficacia dell’intervento. Anche in questa tecnica è previsto un bendaggio di rinforzo in materiale sintetico.
Le principali complicanze a medio-lungo termine sono:
- erosione della parete gastrica in corrispondenza della benderella posizionata sul neopiloro => nuovo intervento
- stenosi del neopiloro e conseguente vomito non rispondente a terapia medica => nuovo intervento
- fistola gastro-gastrica (nella tecnica secondo Mason) => nuovo intervento
- dilatazione della tasca gastrica conseguente ad eccessi alimentari => nuovo intervento
- malattia da reflusso ed esofagiti
Entrambe le tecniche su descritte sono state progettate per essere soluzioni permanenti, anche se nel tempo, con l’evoluzione delle tecniche di chirurgia bariatrica e una maggiore comprensione delle dinamiche dell’obesità, sono state in parte sostituite da metodi più avanzati come la sleeve gastrectomia o il bypass gastrico. Questi ultimi tendono a offrire migliori risultati in termini di perdita di peso e minori rischi di complicazioni a lungo termine.
Bendaggio gastrico
Consiste nella riduzione reversibile della capacità gastrica attraverso la creazione di una piccola tasca comunicante col resto dello stomaco mediante uno stretto orifizio di svuotamento. La tasca è ottenuta mediante un anello di silicone inserito per via laparscopica ad 1,5 cm dalla giunzione gastro-esofagea. Questo anello di silicone è connesso mediante un piccolo tubicino ad un serbatoio posto sottocute in addome (port) che permette allo specialista, tramite una puntura cutanea, di gonfiare o sgonfiare l’anello introducendo o aspirando liquido all’interno del serbatoio stesso ed ottendendo così la modifica del diametro dell’orifizio di svuotamento.
Tra le principali complicanze dell’intervento vi sono:
- dilatazione/ernia della tasca gastrica con prolasso al di sotto del bendaggio
- restringimento cicatriziale con stenosi della zona del bendaggio
- progressiva erosione della parete gastrica causata dal bendaggio
- infezione del sistema port impiantato sottocute che può richiedere la sostituzione del solo serbatoio nei casi circoscritti oppure la sostituzione dell’intero bendaggio nei casi più gravi ed estesi
- rottura del tubicino di collegamento tra serbatoio e bendaggio
- malattia da reflusso ed esofagiti
Sleeve gastrectomy (gastrectomia verticale)
L’intervento consiste nella resezione dell’ 80% dell’organo in corrispondenza del fondo gastrico. La porzione residua assume una forma tubulare (sleeve) dalla capacità di 150-200 ml che consente un transito più rapido degli alimenti. L’asportazione verticale del fondo dello stomaco oltre a diminuire la capacità di riempimento gastrico determina la diminuzione dei livelli ematici di grelina, ormone che controlla il senso della fame. Pertanto con tale intervento è possibile ottenere una riduzione del 50/60% del peso corporeo.
Le principali complicanze a medio-lungo termine sono:
- Fistola gastrica per cedimento sutura
- Malattia da reflusso ed esofagiti
- Nausea, vomito e intolleranza a determinati cibi solidi
- Aumento della capacità per progressivo aumento della pressione all’interno della tasca gastrica provocata da eccessi alimentari
Plicatura gastrica
Intervento di recente introduzione che rappresenta una evoluzione meno invasiva della Sleeve Gastrectomy. Viene solitamente eseguito in anestesia generale e con approccio laparoscopico mininvasivo. Con questa tecnica viene confezionato una sorta di tubulo gastrico invaginando su se stessa e suturandola la grande curvatura gastrica sulla guida di una sonda o di un gastroscopio onde assicurare la pervietà ed uniformità del lume gastrico. Si ottiene in questo modo una riduzione dell’80% della capacità iniziale dello stomaco che assume la forma di una banana con un volume interno di circa 60-100cc. Come per la Sleeve gastrectomy le funzioni dello stomaco, di cui viene ridotto solo il volume, vengono preservate come pure il fisiologico, seppur più veloce, transito del cibo. Si tratta di una procedura completamente reversibile.
Le principali complicanze sono:
- emorragia post-operatoria
- fistola gastrica sia precoce che a distanza di tempo
- ostruzione acuta dello stomaco
Tra gli interventi a prevalente azione funzionale troviamo il
Bypass Gastrico
L’intervento “classico” consiste nel creare una piccola tasca gastrica la quale viene collegata direttamente all’intestino tenue a distanza variabile dal duodeno, ma tale da escludere così dal transito degli alimenti la maggior parte dello stomaco ed il tratto cosiddetto “bilio-pancreatico” anastomizzato poi a distanza dallo stomaco con il tratto alimentare a formare il cosidetto “tratto comune”. Non si tratta di un intervento demolitivo, pertanto è reversibile.
L’intervento determina una veloce, progressiva e cospicua perdita di peso per la quantità piccola di cibo introdotto, per il precoce senso di sazietà e per il fatto che buona parte del cibo resta non digerito e quindi scarsamente assorbibile.
Le principali complicanze sono:
- Anemia da carenza di Ferro e/o Vitamina B12 e/o acido folico corregibile con l’introduzione farmacologica delle sostanze carenti
- Osteoporosi da carenza di calcio anche in questo caso correggibile con integrazione farmacologica per via orale
- Rara ulcera anastomotica più frequente in fumatori e consumatori di sostanze alcoliche
- Gastrite da reflusso biliare
- Dumping syndrome cioè intolleranza all’assunzione di alcuni cibi, in particolare liquidi ad alta concentrazione di zuccheri, dovuta al rapido svuotamento dello stomaco e che si manifesta con distensione addominale, diarrea, intensa sudorazione, tachicardia, ipotensione, astenia, vomito e irritabilità. Si tratta di sintomi assai soggettivi e transitori. La sindrome si risolve seguendo le norme dietetico-comportamentali suggerite dagli specialisti.
Mini bypass gastrico o bypass gastrico ad anastomosi unica
Rispetto al bypass classico consiste nell’effettuare un primo tempo restrittivo creando una piccola tasca gastrica verticale del volume di 60 ml preposta ad accogliere il cibo e non più comunicante con il resto dello stomaco il quale però rimane in sede. La seconda parte dell’intervento prevede la ricostruzone mediante anastomosi tra la tasca gastrica e l’intestino tenue, bypassando un lungo tratto di circa 200-250 cm a partire dal duodeno. L’intervento di per sè è caratterizzato dalla possibile reversibilità totale rispetto alle condizioni anatomiche originarie. Rispetto al bypass classico quindi questo intervento permette la creazione di un serbatorio gastrico assai lungo ed il confezionamento di una sola anastomosi tra la tasca gastrica e l’intestino. Le complicanze di questo intervento sono le stesse del Bypass gastrico.
Tra gli interventi che riducono drasticamente l’assorbimento del cibo vi è la
Diversione bilio-pancreatica
Si tratta di un intervento piuttosto complesso (tecnica secondo Scopinaro) in cui si effettua una resezione parziale dello stomaco e la creazione di due vie separate: una percorsa dagli alimenti in cui la ricostruzione consiste nel ricongiungere il tratto di stomaco rimanente con un tratto distale di intestino (ileo), l’altra “bilio-pancreatica”, esclusa dal transito di alimenti, che viene chirugicamente anastomotizzata con la prima a distanza di circa 50-70 cm e a breve distanza dal colon per costituire il cosidetto “tratto comune”.
Esiste una variante a questa tecnica con resezione gastrica verticale (come per la sleeve gastrectomy) e ricostruzione utilizzando il duodeno (duodenal switch).
Indipendentemente dalla tecnica utilizzata lo scopo principale di questa procedura chirurgica è quello di determinare una iniziale limitazione postoperatoria all’introduzione del cibo e una permanente riduzione dell’assorbimento intestinale soprattutto dei grassi e dei farinacei che fa diminuire drasticamente il peso corporeo. L’intervento tuttavia non modifica l’assorbimento degli zuccheri semplici il che significa che l’introduzone eccessiva può causare il recupero del peso perduto.
Le complicanze principali della diversione bilio-pancreatica sono:
- Malnutrizione proteica
- Anemia per carenza di ferro, vitamina B12 e acido folico
- Carenza di alcune vitamine “liposolubili”, in particolare A, E e K
- Osteoporosi da carenza di calcio
- Numerose e costanti scariche diarroiche giornaliere
- Ulcere anastomotiche e occlusioni intestinali.
Bibliografia essenziale
- Busetto Luca et al., Lo stigma clinico nell’obesità, IHPB (Italian health policy breaf), Anno X, n.22, Speciale 2020, rev.3
- De Luca Maurizio, Chirurgia bariatrica, Rovigo, 2024 www.sicob.org
- Giordano Francesca, L’obesità, Riabilitazione nutrizionale c/o Casa di cura specialistica SOLATRIX, Rovereto (TN), 2 agosto 2024
- ISS_SNLG, Linee Guida Terapia del sovrappeso e dell’obesità resistenti al trattamento comportamentale nella popolazione adulta con comorbidità metaboliche, AME-Associazione Medici Endocrinologi, in collaborazione con: ADI, SIO, SICOB, SIGE, pubblicata il 24/01/2023, [link]
- ISS_SNLG, Linee Guida La terapia chirurgica dell’obesità e delle complicanze associate, SICOB- Società Italiana di Chirurgia dell’obesità e delle Malattie Metaboliche, in collaborazione con: ACOI, ADI, AME, ANSISA, ASAND, SIC, SICE, SID, SIO, SIEC, SIMG,SIP,SIUEC,pubblicata il 05/09/2023, link
- Maghetti A., Paolini B., Zoni L., Ugenti P.. Vincenzi M., Position paper ADI (Documento intersocietario), Lavorare in team sui disturbi alimentari, 21-10-2010
A cura di ROMIGI GAETANO – vicePresidente Anarti Associazione nazionale infermieri di area critica
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento