Tecnico di anestesia: una panoramica completa su questa nuova figura

Una figura professionale che già da tempo si è affermata all’interno dell’equipe di sala operatoria nel mondo sanitario anglosassone (sia in USA che in UK) e gradualmente in diversi paesi europei, prendendosi carico di aspetti assistenziali precisi che affiancano la figura dell’anestesista. Quella del tecnico di anestesia (o nurse di anestesia) è infatti una figura focalizzata e specializzata nel seguire a 360 gradi gli aspetti anestesiologici, dal preoperatorio al postoperatorio.

Un articolo di Martina Urracci – Tecnico di anestesia presso “Clinica Parioli”

Di cosa si occupa l’infermiere specializzato in anestesia?

Ha il compito di accertare il funzionamento delle attrezzature anestesiologiche, della preparazione farmacologica e di assistere e affiancare l’anestesista nelle pratiche di intubazione, gestione delle vie aeree (ordinarieurgenzaemergenza), del controllo del mantenimento dello stato anestesiologico del paziente durante l’intervento e dei relativi parametri vitali, del risveglio e dell‘assistenza postoperatoria sulla valutazione dei seguenti parametri (Aldrate score):

ed eventualmente della gestione del dolore con annessa valutazione.

Come si diventa infermiere tecnico di anestesia?

La formazione avviene tramite un Master di I livello, che comprenderà lo studio approfondito di tematiche farmacologiche, anestesiologiche, chirurgiche e fisiologiche, soffermandosi sulle caratteristiche proprie di ogni specialistica chirurgica o dei quadri clinici riscontrabili nei pazienti.

Alla formazione teorica, si affianca un percorso pratico di tirocinio nel quale verranno messe in atto le pratiche fondamentali di sala operatoria, sia essa la preparazione anestesiologica, la valutazione del paziente o la gestione delle vie aeree (assistenza in maschera, intubazione, applicazione di presidi sovraglottici). Altrettanto importanti risultano essere anche le strategie di posizionamento del paziente sul letto operatorio.

Quanto e come sta emergendo la figura del nurse di anestesia in Italia?

Purtroppo, la specializzazione si sta affermando con una notevole lentezza all’interno delle equipe italiane. Sebbene già in alcune regioni del Nord Italia (e negli ultimi anni anche nel Centro), esistano corsi di specializzazione universitaria e alcune realtà sanitarie in cui si è riscontrato un ottimo successo nell’integrazione dell’infermiere tecnico in anestesia, sembra ancora arduo il percorso verso il pieno riconoscimento del valore professionale di questa figura.

E se provassimo a verificare la diffusione di questa figura in Italia con un sondaggio?

Lo abbiamo strutturato con una serie di brevi domande focalizzate a raccogliere informazioni su: conoscenza del ruolo, indici di diffusione (geografica e di settore), riconoscimento del valore, distribuendolo in due principali piattaforme social (LinkedIngruppi professionali Facebook):

Queste le domande:

  • Conosci il ruolo di “infermiere tecnico in anestesia”?
  • In quale realtà professionale sanitaria lavori?
  • In quale regione eserciti la tua professione?
  • Nella tua realtà professionale è presente questo ruolo?
  • Pensi che questo ruolo possa migliorare le pratiche di assistenza anestesiologica Segnalalo con una valutazione crescente da 1 a 5.


Il sondaggio è rimasto attivo per circa 10 giorni e ha raccolto la partecipazione di 95 utenti di cui:

Un 61% ha dichiarato di conoscere questa figura professionale (contro il 39%)

tecnico di anestesia fig.1
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Per il 54.4% hanno risposto professionisti appartenenti ad una realtà ospedaliera pubblica, il 22,1% aziende ospedaliere private, il 22,1% cliniche private e il 14,7% cliniche convenzionate.

tecnico di anestesia fig. 2
tecnico di anestesia fig. 2

Per quanto riguarda invece le provenienze regionali:

tecnico di anestesia fig. 3
tecnico di anestesia fig. 3

Il 68% non ha questa figura all’interno della sua realtà lavorativa, contro il 32%.

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Per quanto riguarda invece il valore aggiunto che questa la professione di tecnico di anestesia può dare all’assistenza anestesiologica (con una valutazione crescente da 1 a 5) si è rilevato un 3% che ha dato una valutazione 1, un 1,5% valutazione 2, il 13,4% valutazione 3, il 21% valutazione 4 e il 61,2% valutazione 5.

 

tecnico di anestesia fig. 5
tecnico di anestesia fig. 5

Interviste rivolte a professionisti del settore sul nurse di anestesia

Per provare a dare maggior sostegno a questi riscontri, abbiamo voluto approfondire l’argomento con delle interviste rivolte a professionisti appartenenti anche a diverse realtà aziendali, i quali hanno direttamente o indirettamente avuto contatti con questa figura professionale.

Intervista alla dott.ssa Sangregorio

La dottoressa Raffaella Sangregorio è un medico anestesista con più di 10 anni di esperienza che ha operato nel corso della sua carriera sia in strutture pubbliche che private, collaborando in diverse discipline chirurgiche.

1) Che tipo di vantaggi può avere l’anestesista avvalendosi della figura del tecnico di anestesia?

Sicuramente la figura del tecnico migliora la sicurezza in sala operatoria dal punto di vista anestesiologico, perché collabora in specifiche mansione quali possono essere: la preparazione farmacologica, la rilevazione dei parametri vitali, la gestione del mantenimento anestesiologico ecc…aspetti che permettono all’anestesista di avere una gestione generale più alta.

2) Quali vantaggi ne trae l’assistenza anestesiologica?

Sicuramente l’aspetto che ne trae maggiore vantaggio è l’ottimizzazione della sicurezza del paziente grazie al fatto di potersi avvalere di una figura competente che sa quali sono gli aspetti fondamentali da tenere sotto controllo nella pratica anestesiologica.”

3) Quali aspetti della formazione del tecnico di anestesia lo rendono una figura di valore?

Si avvale di competenze su tutto ciò che concernono le pratiche anestesiologiche, le diverse tecniche, la condizione clinica di partenza del paziente, le controindicazioni e i rischi non solo dal punto di vista pratico, ma anche e soprattutto sulla base teorica in modo da aumentare il livello di sicurezza.

Intervista a Eva Minozzi, infermiera di sala operatoria

Altro punto di vista è stato quello di Eva Minozzi, infermiera di sala operatoria di una clinica privata di Roma che ha così risposto:

1) Che opinione ti sei fatta, in base alla tua esperienza lavorativa, del ruolo di tecnico di anestesia?

Nel mio ambito lavorativo il tecnico di anestesia è una figura estremamente importante, perché oltre a supportare l’anestesista si interfaccia con tutta l’equipe chirurgica, facilitando il lavoro di squadra.”

2) Pensi sia una figura che migliori il tipo di assistenza operatoria? Se sì, in cosa?

Il tecnico migliora il tipo di assistenza pre, intra e postoperatoria, perché riesce a fornire una continuità assistenziale, garantendo al paziente un più alto livello di sicurezza.”

A Roma, il Policlinico Gemelli è l’unica struttura universitaria che ha avviato un Master specialistico in Nursing di Anestesia, e quest’anno è il terzo nella formazione di infermieri specializzati in questa disciplina.

Intervista al Prof. Lorenzo Polidori

L’anestesista Lorenzo Polidori è uno dei professori del Master e specialista che contribuisce alla formazione teorica e pratica. A lui abbiamo chiesto:

1) Quali sono le tue valutazioni su questa figura in un’equipe di sala?

Ritengo sia una figura utile nell’ambito ospedaliero, come supporto all’anestetista che molto spesso, invece, viene occupato dal medico in formazione. Non è una merita figura esecutrice, ma atta ad una pronta risposta di allerta in caso di necessità

2) Quali prospettive future possiamo aspettarci sull’impiego del tecnico di anestesia in Italia? Nel breve e lungo termine.

Al momento, con la pandemia in corso, ritengo che l’impiego a breve termine possa essere utile e con un dei posti di specializzazione addizionali bisognerà vedere la copertura a cinque anni sul territorio nazionale e le varie necessità future.

3) Ritieni che la formazione per i tecnici di anestesia sia adeguata alle esigenze di assistenza anestesiologica?

La formazione del Master fornisce una preparazione generale e l’impiego della suddetta figura per un trial di almeno un anno di formazione sul campo ne massimizza il potenziale. Utile la possibilità di associare ALS o PBLS al posto del BLS-D che ormai si richiede all’infermiere, non specializzato in anestesia, nella sua formazione base

Intervista a Andrea De Pinto, tecnico di anestesia in UK

Ma se questo è ciò che succede nel territorio italiano, cerchiamo di capire in che modo questa figura si è sviluppata e lavora anche in altri paesi come il Regno Unito.

Per questo motivo si è rintracciata la testimonianza di un tecnico di anestesia Andrea De Pinto che esercita la professione in ospedale a Cardiff e ha risposto così alle nostre domande:

1) Quanto questa figura viene riconosciuta in UK?

Non si penserebbe mai di fare una lista operatoria senza la presenza del tecnico di anestesia (in UK chiamato anesthetic pratictioner), la lista verrebbe annullata anche se ci fossero due anestesisti. Le sale operatorie vengono strutturate attentamente in base alle figure che devono essere presenti e qui vige questa regola.

2) La formazione in UK in cosa si differenzia rispetto a come viene preparato un tecnico di anestesia in Italia?

Le strade per poter diventare un anesthetic pratictioner possono essere due:

Ci sono gli ODP (Operating Department Practitioner), che frequentano un corso di laurea della durata di tre anni in cui il loro percorso formativo si svolge unicamente all’interno della sala operatoria e nei proto-soccorsi. Le loro skills sono molto approfondite all’interno di questi ambiti.

Gli infermieri, a differenza degli ODP possono anche lavorare nei reparti e anche loro frequentano un corso universitario della durata di tre anni. È possibile lavorare nella sala operatoria come anesthetic pratictioner aggiungendo un corso di sei mesi.

3) Quanta responsabilità viene delegata al tecnico?

La responsabilità delegata consiste principalmente nella preparazione del ventilatore, farmacologica, fluidica ecc…possono contribuire al reperimento di un accesso periferico, al monitoraggio, alla stesura del cartellino anestesiologico, la preparazione delle vie aeree e nella gestione dell’emergenza. Nel mio ospedale facciamo anche parte del crash team in cui una persona al giorno del nostro team ha un cercapersone e se inizia a suonare devi recarti in qualsiasi reparto ed essere operativo in situazioni come arresti cardiaci.

L’ anestesista viene invece rintracciato dalla terapia intensiva e quindi tu e l’anestesista potreste arrivare in tempi diversi, ma l’anesthetic pratictioner può cominciare a gestire l’urgenzaemergenza assicurando la ventilazione attraverso l’utilizzo della maschera laringea mentre si aspettano i soccorsi maggiori. Ciò di cui ci occupiamo essenzialmente è l’assistenza.

Conclusione sulla panoramica

In base ai risultati ricavati dal sondaggio e dalle testimonianze, possiamo pensare che la figura del tecnico di anestesia sia senz’altro in grado di poter contribuire al raggiungimento di un più alto livello di assistenza, garantendo una continua collaborazione (attraverso una adeguata preparazione teorica e pratica) a quelle che sono le skills richieste all’interno di una equipe di sala operatoria e più specificatamente negli ambiti di collaborazione con l’anestesista, con l’augurio che questa possa divenire una pratica e presenza comune.

AutriceMartina Urracci

 Tecnico di anestesia presso “Clinica Parioli”

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Martina Urracci

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