Tale situazione, tanto preoccupante quanto potenzialmente pericolosa, può infatti materializzarsi in seguito a lesioni penetranti della parete toracica, dopo qualche “dimenticanza” avvenuta durante un intervento cardiotoracico, per la rottura di qualche guida/catetere/sonda verificatasi in fase di cardiologia interventistica e addirittura durante procedure di gastroenterologia.
Il bello è che tali sbalorditivi ritrovamenti possono essere anche effettuati per caso, a seguito di determinate indagini diagnostiche che nulla hanno a che fare con la ricerca dell’oggetto incriminato, senza che si riesca a capire come questo sia finito proprio lì nelle camere cardiache e soprattutto senza che il paziente presenti una sintomatologia di qualche tipo!
La letteratura a tema è concorde sul fatto che sia i corpi estranei che causano una sintomatologia acuta sia quelli asintomatici (che comunque mettono a serio rischio di complicanze future il paziente) andrebbero rimossi al più presto.
Tuttavia, vi è un dibattito ancora aperto circa la questione se sia necessario rimuoverli anche quando la loro diagnosi/individuazione sia piuttosto tardiva e/o questi non siano associati (per forma, grandezza, ubicazione, ecc.) a significativi rischi futuri. In quanti, però, vorrebbero vivere con un qualsivoglia oggetto incastonato dentro al cuore?
Davvero molto curioso e interessante è un case report pubblicato lo scorso giugno (2019) su Cureus (VEDI), che racconta la vicenda di una paziente di 14 anni senza anamnesi significativa o trauma noto che presentava febbre e tosse secca.
Inizialmente, per tre o quattro mesi, i suoi sintomi sono stati curati come una bronchite allergica, ma… Non assistendo a miglioramenti di sorta e, anzi, vedendo peggiorare nel tempo i sintomi respiratori a riposo della paziente, i medici hanno optato per un RX del torace che ha mostrato un versamento pericardico.
La ragazza è stata perciò inviata da un cardiologo che, col fine di valutare l’eziologia della raccolta di liquido, ha eseguito un ecocardiogramma. L’esame ha mostrato chiaramente un tamponamento cardiaco da moderato a grave, perciò la 14enne è stata immediatamente preparata per una pericardiocentesi sotto fluoroscopia e… Proprio durante le fasi iniziali di imaging, prima di pungere, il cardiologo ha notato la presenza di quello che sembrava un corpo estraneo metallico, situato dietro lo sterno, più precisamente nella parete del ventricolo destro, e che si muoveva chiaramente ad ogni sistole.
Sono stati perciò consultati i cardiochirurgi, ma si è comunque optato per un approccio subxifoideo in fluoroscopia (preparando comunque tutto per una sternotomia d’urgenza), sia per per quanto riguardava il drenaggio del versamento pleurico, sia per provare a rimuovere l’oggetto.
Dopo aver drenato la raccolta intrapericardica e aver inciso la membrana, i medici hanno finalmente visualizzato la punta del corpo estraneo che emergeva in modo evidente dalla parete anteriore del ventricolo destro. Per rimuoverlo è stata utilizzata una pinza emostatica, dopo aver sollevato lo sterno e aver premuto sull’area intorno all’oggetto nel tentativo di forzarlo a sporgere.
Una volta fuori dal cuore è stato chiaro a tutti che cosa fosse: un ago per cucire domestico, intatto. Come è finito lì? Bella domanda… La paziente sembrava non saperne nulla. E i medici sono rimasti piuttosto perplessi, visto che di solito (in letteratura) condizioni di questo tipo sono associate a patologie psichiatriche. Condizioni, queste, che sono sembrate ben lontane dal caso della paziente in questione.
Alessio Biondino
Fonte: An Unusual Presentation of a Cardiac Foreign Body in a Pediatric Patient
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