I tre giovani travolti dalla piena del Natisone il 31 maggio scorso persero la vita a causa di “condotte colpose concorrenti” e per “imperizia, negligenza e imprudenza” da parte di tre vigili del fuoco e di un infermiere, responsabili della gestione delle richieste di soccorso nelle sale operative. A causa delle loro azioni, i ragazzi rimasero bloccati per circa 40 minuti su un isolotto formatosi al centro del fiume, in attesa di aiuto, fino a essere travolti dalla corrente. Queste sono le accuse mosse dalla Procura di Udine nei confronti dei quattro indagati per omicidio colposo, ai quali il procuratore Massimo Lia e il pubblico ministero Letizia Puppa hanno notificato oggi l’avviso di chiusura delle indagini.
Gli indagati sono Andrea Lavia, 60 anni, di Fagagna, Enrico Signor, 59 anni, di Mortegliano, e Luca Mauro, 49 anni, di Cividale, tutti in servizio quel giorno nella sala operativa del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Udine. A loro si aggiunge Michele Nonino, 40 anni, di San Giovanni al Natisone, infermiere in servizio alla Sores (VEDI Telefriuli).
Le tre vittime – Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar – trascorsero quei drammatici 40 minuti tra chiamate disperate al numero d’emergenza. Patrizia contattò per la prima volta il 112 alle 13:30, riferendo a Luca Mauro di essere bloccata con due amici su un’isola improvvisata mentre il livello dell’acqua continuava a salire. Sei minuti dopo, richiamò per avvisare Enrico Signor che la situazione stava rapidamente peggiorando. Alle 13:48, nell’ultima telefonata, implorò nuovamente l’invio di un elicottero, poiché la piena li stava raggiungendo. Il velivolo, decollato da Pasian di Prato, arrivò sul posto alle 14:13, ma tre minuti prima i ragazzi erano già stati trascinati via dalla corrente.
Secondo la Procura, una serie di errori e omissioni da parte degli indagati determinò il ritardo fatale nei soccorsi. Il capoturno Lavia, ignorando le procedure operative standard, non richiese immediatamente l’elicottero ‘Doppia India’ della Sores, che avrebbe potuto raggiungere la zona nel giro di 12-13 minuti. Al contrario, fu inviata dapprima una squadra di vigili del fuoco da San Pietro al Natisone a bordo di un’autopompa inadatta all’intervento e successivamente un’autoscala da Udine, che non riuscì a raggiungere i tre giovani dal Ponte Romano.
Mauro e Signor, inoltre, non verificarono le coordinate geografiche fornite dal sistema d’intervento, non comprendendo subito la gravità della situazione e la necessità di un elicottero. Signor, in particolare, richiese l’intervento del velivolo ‘Drago’ da Venezia, ma dimenticò di registrare la richiesta nel sistema informatico, causando ulteriori ritardi: l’elicottero arrivò infatti 18 minuti dopo la tragedia.
Infine, a Nonino viene contestato di non aver attivato tempestivamente l’elicottero di Pasian di Prato, di non aver utilizzato la linea telefonica d’emergenza e di aver atteso l’autorizzazione della direttrice dell’Elisoccorso FVG prima di procedere.
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