Un nuovo video per promuovere la laurea in Infermieristica


Sempre meno giovani vogliono diventare infermieri (VEDI dati OCSE). E in Italia, anziché aumentare gli stipendi per avvicinarli a quelli del resto d’Europa, rivoluzionare la formazione, offrire ai neolaureati qualsivoglia possibilità di carriera vera e abbattere il demansionamento sistematico che umilia i lavoratori e che li rende finti professionisti agli occhi dell’utenza, si moltiplicano le iniziative disperate per convincere i ragazzi a intraprendere un percorso assai avaro di riconoscimenti.


Stavolta non parliamo di studenti velatamente costretti ad andare in gita dal papa (VEDI), portati a messa per occuparsi dell’animazione liturgica (VEDI) o di altre attività straordinariamente attrattive (concedeteci un pizzico di sarcasmo) agli occhi di chi vuole iscriversi all’università per diventare un vero professionista intellettuale e laico, state sereni. E nemmeno di appelli disperati da parte dei presidenti dei CdL che, forse trattenendo le risa, a volte si lasciano andare in improbabili descrizioni dell’Infermieristica come di una “professione ricca, dinamica, completa e appagante” (VEDI).


Bensì di video realizzati per invitare i giovani a riflettere sull’opportunità (se così si può chiamare, oggi) di diventare infermiere. E in un nuovo clip, il cui messaggio è sostenuto dall’Università di Udine, i ragazzi friulani di YoupalTubo (canale Youtube promosso dall’Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane) cercano di convincere i loro coetanei a iscriversi al CdL in Infermieristica.


Secondo Vittorio Bresadola, coordinatore del corso di Laurea in Infermieristica dell’Università del Friuli, «Questo video è un ottimo strumento per far arrivare il messaggio ai giovani e ai meno giovani. L’auspicio è di poter rafforzare anche il reclutamento dei futuri studenti di infermieristica diventato più difficoltoso negli ultimi anni».

Che quando, su Telefriuli, cliccando play per vedere il video parta la pubblicità di un’agenzia che fornisce all’utenza colf e badanti… è un’altra triste e confondente storia. Seppur casuale.

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Alessio Biondino

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