Il breve secco ..fruscio
Del passaggio del timbro del mio cartellino, è in arrivo il mio ultimo sbadiglio..il mio passo affrettato ..verso la stazione,
Casa dolce casa il meritato riposo..ma già penso al reparto appena lasciato..colleghi..pazienti
I lunghi corridoi, della mia professione o ti innammori
O vivi male, sono l’infermiera
Tra amici e parenti che tanti anni fa’ mi dicevano..ma come fai? Io non ci riuscirei.. sangue malattie
Rischio mbe’ io si,
Sono orgogliosa di essere infermiera..il mio pensiero?
Come farò una volta in pensione
L’infermiera..non smetterà mai di essere tale..mi troverò del volontariato, perché per chi è abituato ad aiutare gli altri
Non smetterà mai..di farlo,
È stata una scelta del cuore
È lui che comanda..
Lo sento
Non posso smettere
Di ascoltarlo.
(Luisa Simone)
Una scelta del cuore. È così che Luisa, infermiera, descrive il suo rapporto con la professione infermieristica. Mettendo in luce la passione e la dedizione che accompagnano quotidianamente questa sua perpetua scelta.
Anche se carico di emozioni, il linguaggio di Luisa è semplice e racconta del quotidiano vivere di una professionista della salute che, nonostante le sfide e le tante difficoltà, proprio non riesce a non amare il suo lavoro.
Luisa è orgogliosa di essere infermiera. E questo suo orgoglio la porta anche a pensare di non poter mai smettere, a costo di dover fare del volontariato dopo la pensione. Una presa di posizione discutibile (l’infermiere è un professionista e non una crocerossina drogata di aiuto, per giunta gratuito) e non da tutti.
Che, ovviamente, ha portato per l’ennesima volta i media a parlare di “cuore grande”, di inarrestabile “volontà di aiutare il prossimo” e di “essenza della vocazione infermieristica” che “non si esaurisce con la fine della carriera lavorativa, ma continua a vivere nel desiderio di fare del bene” (VEDI Alessandria Today).
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento