Lo abbiamo buttato fuori dalla porta oramai da diverso tempo, ma… Ora c’è chi vuole risolvere i problemi (cronicissimi) del nostro Servizio Sanitario Nazionale facendolo rientrare dalla finestra: parliamo dell’infermiere generico, figura per cui non sono più previsti corsi di formazione da tempo immemore.
Trasformare gli OSS in… Infermieri generici?
A proporlo è stato il Presidente di Legacoopsociali FVG, Gian Luigi Bettoli. Le sue parole, riportate dai siti che si occupano di informare gli Operatori Socio Sanitari, non lasciano spazio a dubbi: secondo lui l’unica soluzione fattibile per risolvere la carenza di personale infermieristico, sarebbe quella di trasformare in qualche modo gli OSS in infermieri. Generici, per l’appunto.
Bettoli, perciò, è totalmente in linea con l’idea della Regione Veneto (recentemente sospesa dal Tar), che vorrebbe di fatto sostituire gli infermieri con degli operatori socio sanitari che hanno svolto un corsetto di qualche settimana (la fantomatica ‘formazione complementare’).
Ennesimo attacco alla professione?
Ma non solo, perché il leader di Legacoopsociali FVG ne ha dette anche altre. Trattasi dell’ennesimo attacco più o meno consapevole alla professione infermieristica?
Riportiamo qui le parole del presidente, astenendoci faticosamente dal commentarle e auspicando una risposta piuttosto chiara della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
‘Gli infermieri sono mini-medici’
“Oltre al taglio generalizzato del welfare di natura neoliberista, c’è la posizione corporativa delle professioni di area medica, che puntano tutte al ruolo ‘direttivo’. Così non abbiamo più medici (ridotti in gran parte a burocrati); gli infermieri sono diventati mini-medici” asserisce Bettoli.
‘Facciamo presto, o le punture ce le faremo da soli’
Che continua, addentrandosi nello scottante tema della carenza di infermieri: “È urgente rispondere subito, come hanno deciso non alcune singole regioni, ma la Conferenza delle Regioni nel suo insieme.
La figura dell’OSS – C corrisponde al tradizionale infermiere generico che opera in collaborazione, e sotto la direzione, dell’infermiere professionale. E’ urgente averne disponibili presto, per coprire questa fase di alcuni anni in cui, altrimenti, le punture ce le dovremo fare da soli” spiega.
Già, perché le “punture” sono sempre un problema. Quindi, in assenza di infermieri, invece di cercarli tramite offerte di lavoro degne di tale nome, secondo il presidente sarebbe meglio affidarle ad operatori che hanno frequentato un semplice corsetto (anziché una formazione universitaria). Beh, sempre meglio della portinaia.
‘Basta con ideologie corporative’
Però attenzione: “non sono OSS (addetti all’assistenza) ma figure maggiormente qualificate, già previste dal sistema sociosanitario nazionale, di cui dobbiamo eventualmente lamentare il ritardo nell’attuazione.
Si tratta di una figura (gli esponenti intelligenti degli OPI lo sanno) che contribuisce a facilitare lo stesso lavoro degli infermieri. E’ ora di finirla con ideologie corporative e polemiche inutili: abbiamo bisogno di risposte di sistema e questa, a breve, è una concreta risposta ad un’emergenza che dura da anni, e durerà altri ancora. Nell’interesse generale” conclude Bettoli.
Autore: Alessio Biondino
OSS collocato nel ruolo socio-sanitario. Presto anche un adeguamento stipendiale?
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