Come denunciato in una nota inviata al presidente della Regione Sicilia Musumeci dalla segreteria regionale di Fsi-Usae (guidata da Calogero Coniglio), in Sicilia ci sarebbe una forte disparità di trattamento economico tra medici e infermieri vaccinatori.
“Ai medici che vaccinano compensi orari doppi rispetto a quelli degli infermieri, siamo sconcertati” è riportato nello scritto, in cui il sindacato mette chiaramente sotto accusa gli avvisi pubblicati dalle aziende sanitarie siciliane.
Già, perché per reclutare personale medico e infermieristico per lo svolgimento di prestazioni aggiuntive finalizzate all’effettuazione delle vaccinazioni anti Covid presso i centri vaccinali, “Alcune aziende prevedono 60 euro per i medici e 30 per gli infermieri”.
Il motivo? Chissà. Ed è proprio questa la domanda che il sindacato vuole porre al presidente della Regione: “Tutto ciò è irragionevole, la Fsi-Usae non riesce a capire quali siano i criteri di tali scelte e quali siano le ragioni per cui gli infermieri siano trattati come professionisti di serie B. Forse l’iniezione sottocutanea è una procedura che richiede delle ‘mani di fata’ che gli infermieri non hanno?”.
Una scelta strana, per certi versi imbarazzante (la mansione è assolutamente la stessa!), che Fsi-Usae definisce ‘anomala’ e ‘discriminante’: “Gli infermieri si sono resi disponili a partecipare alla campagna vaccinale anti Covid pertanto per difendere la loro dignità e per salvaguardare la salute di tutti i cittadini chiediamo che vengano utilizzati gli stessi criteri applicati per il medico”.
A questo punto, in attesa di una risposta illuminante da parte del presidente Musumeci, speriamo di non ricevere altre brutte notizie in tal senso anche per quanto riguarda gli altri professionisti (OSS, biologi, farmacisti, ecc.) impegnati nella somministrazione dei vaccini anti-Covid…
Autore: Alessio Biondino
Covid, chi è vaccinato continua a rispettare le misure di protezione? L’indagine
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