Vaccino anti-Covid obbligatorio per i sanitari: gli esperti a favore

Dario Tobruk 28/12/20
Medici e infermieri devono fare il vaccino anti-Covid. Chi opera in campo sanitario e si rifiuta, deve cambiare mestiere” non può essere più chiaro di così il prof. Massimo Galli, infettivologo del Sacco di Milano che, intervenendo al programma L’Aria che tira (La7), scoperchia il Vaso di Pandora.

Nella sua linea di pensiero, solo le persone comuni possono avere dubbi sull’efficacia e la sicurezza del vaccino, per il personale sanitario non c’è tolleranza che possa giustificarne l’esitazione.

 

Vaccino obbligatorio per i sanitari: la linea degli esperti verso l’obbligo

Coerente con il suo messaggio il prof. Galli si è presentato il 27 dicembre al V-Day per farsi vaccinare come promesso: “Esitazione è ingiustificata, sono qui a dimostrare adesione e fiducia.“. Nessun tentennamento nelle parole di Galli quando afferma che l’unico modo per convincere le persone comuni a vaccinarsi sia quello di raccontare la verità su come stanno veramente le cose: “non c’è vaccino o farmaco che assumiamo che non abbia un margine di rischio di effetti collaterali, ma non accetto che si enfatizzi questo rischio“.

Tra i primi a farsi vaccinare, il primario dimostra che, il rapporto tra rischio e beneficio (sia personale che collettivo) protende tutto verso quest’ultimo. Continua quindi il primario: “È ora di voltare pagina, questa è l’occasione. Inizia la possibilità di voltare pagina. Il 100% di sicurezza non esiste per nessun farmaco, vaccino o intervento chirurgico”.

Il virologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino, non ha dubbi e, oltre a farsi vaccinare tra i primi in Liguria, dichiara senza remore: “Dobbiamo far sì che tutto il sistema sanitario si vaccini se anche una piccola parte sarà scoperta sarà un tallone d’Achille per il nostro sistema. Chi oggi è qui deve dare un messaggio per quelli che sono titubanti“.

Alla domanda se sia giusto rendere obbligatorio il vaccino per il personale sanitario, emerge la stessa corrente di pensiero di altri esperti interpellati sul vaccino obbligatorio per i sanitari: “Sì, l’ho detto tante volte, andava fatta una legge prima. A questo punto vedremo a livello nazionale quale sarà stata la copertura alla fine di febbraio. A quel punto si dovranno prendere dei provvedimenti. Credo che in un ospedale, una struttura sanitaria, una Rsa dovrebbe poter entrare unicamente chi ha fatto il vaccino. Chi non ha fatto il vaccino non è giusto che lavori nel sistema sanitario. Non è un problema solo per se stesso, ma anche per le persone che assiste. Lo abbiamo visto anche qui al San Martino, tante volte gli operatori sanitari hanno portato il contagio alle persone. Dobbiamo arrivare ad avere una copertura del 100%, non esiste 80-85%. Degli operatori sanitari chiunque dev’essere vaccinato”

Qualche settimana fa si parlava di vaccino anti-influenzale. Dalle affermazioni del prof. Walter Ricciardi (consigliere del Ministero della Salute), possiamo già riflettere sulle sue parole: “Se gli operatori sanitari non faranno il vaccino (anti-influenzale NdR), io sono per una forma di obbligo“. È difficile credere che per il vaccino anti-Covid il consigliere ministeriale possa avere un’opinione più morbida.

Vaccino obbligatorio per personale sanitario se adesione non volontaria?

Si attendono quindi i risultati delle adesioni alla campagna vaccinale da parte del personale sanitario ma, se con la popolazione l’obbligo alla vaccinazione risulta più difficile da applicare, con i sanitari le armi di persuasione potranno risultare superflue: o l’adesione dei sanitari sarà prossima alla totalità o potranno essere previste norme che renderanno il vaccino obbligatorio per i sanitari.

Ad oggi la FNOPI e molti infermieri stanno aderendo spontaneamente alla campagna di vaccinazione ma serpeggiano anche tra colleghi dubbi sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino, basterà l’obbligo a dissiparli?

Autore: Dario Tobruk (FacebookTwitter)

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

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Fonti:

  • https://www.fanpage.it/milano/v-day-il-professor-galli-tra-i-primi-vaccinati-a-milano-lo-faccio-senza-se-e-senza-ma/
  • https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/12/15/covid-ricciardi-vaccino-obbligatorio-per-personale-sanitario_OIlHXRq1ne2DiUVQn6yUqM.html?refresh_ce
  • https://www.ottopagine.it/italia/attualita/240507/bassetti-chi-non-si-vaccina-non-deve-lavorare-in-sanita.shtml

Foto di cromaconceptovisual da Pixabay

Dario Tobruk

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