Vaiolo delle scimmie, virus attivo nello sperma fino a 3 settimane dai primi sintomi

Uno studio pubblicato su ‘Lancet Infectious Diseases’ e firmato da alcuni ricercatori dell’Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) Spallanzani di Roma, ha dimostrato che il virus del Vaiolo delle Scimmie (Monkeypox) è in grado di rimanere nello sperma fino a circa tre settimane dall’insorgenza dei sintomi.

Il caso

I ricercatori si sono concentrati su un caso confermato di virus (un uomo di 39 anni, che ha riferito di aver avuto rapporti intimi non protetti con altri uomini nel mese precedente) diagnosticato presso il nosocomio romano e hanno studiato lo spargimento virale in campioni di sperma raccolti tra 5 e 19 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi.

Il soggetto, infetto anche da Hiv, è stato ricoverato cinque giorni dopo l’insorgenza di sintomi (febbre, lesioni papillari pruriginose a grappolo nella regione anale e lesioni singole per tutto il resto del corpo).

La diagnosi di Vaiolo delle scimmie è stata confermata tramite Pcr in tempo reale su un tampone della lesione cutanea e una crosta raccolti il quinto giorno dopo l’insorgenza dei sintomi.

Virus sempre presente nello sperma

Nel plasma, il virus è stato rilevato solo il giorno 8 dopo l’inizio dei sintomi, mentre le urine sono state sempre negative. Il Dna del Monkeypox, invece, è stato sempre presente in tutti i campioni di sperma eseguiti per tutto il periodo di osservazione.

Come hanno spiegato gli esperti, “nel complesso i nostri risultati supportano il fatto che lo spargimento prolungato del Dna del virus del vaiolo delle scimmie può verificarsi nel seme di pazienti infetti per settimane dopo l’insorgenza dei sintomi e mostrano che lo sperma raccolto nella fase acuta dell’infezione, ovvero il giorno 6 dopo l’insorgenza dei sintomi, potrebbe contenere una replicazione-competente del virus e rappresentano una potenziale fonte di infezione.”

La trasmissione 

“A nostro avviso il caso qui discusso sostiene che la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie durante l’attività sessuale potrebbe essere una via praticabile e riconosciuta, specialmente nell’attuale focolaio della malattia del 2022” hanno concluso.

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Alessio Biondino

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