‘Un tributo simbolico’
Il mosaico è stato donato da una fornace di Cannaregio all’Ospedale Civile di Venezia ed è stato inaugurato ieri, martedì 18 maggio, alla presenza dell’assessore alla coesione sociale Simone Venturini, del direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato, del direttore dell’ospedale SS. Giovanni e Paolo e del direttore del polo culturale e museale della Scuola Grande di San Marco.
“Si tratta di un tributo simbolico al sacrificio e all’impegno di chi, come medici, infermieri, operatori sanitari, ormai da oltre un anno lavora tutto il giorno per portarci fuori da questo terribile periodo” ha dichiarato Venturini a Venezia Radio TV.
‘Progetto nato nel momento più difficile’
“Un piccolo gesto di riconoscimento per dire ‘grazie’ all’Ospedale SS. Giovanni e Paolo da parte di tutti i cittadini veneziani”, ha aggiunto Bisazza. Che ha anche spiegato più nel dettaglio: “Questo progetto è nato nel momento più difficile della pandemia, quando abbiamo cominciato a vedere i volti segnati dagli effetti della pressione dell’emergenza sulle nostre strutture sanitarie. Per questa ragione abbiamo scelto un’immagine emblematica, per creare un’opera simbolica a ricordo dello straordinario spirito di sacrificio ed abnegazione dei nostri operatori sanitari”.
Nell’opera è ben visibile, al centro, evidenziata da tessere in smalti rossi, la frase veneziana ‘Duri i banchi’ che vuole esaltare la tenacia con cui i sanitari hanno saputo tenere duro in particolar modo nel momento più complicato dell’emergenza.
Continuano i ‘grazie’
I grazie, le cerimonie e le opere per ricordare chi si è immolato e continua immolarsi in prima linea contro la Covid-19 continuano in tutto il Paese. Ma questa ‘divinizzazione’ degli ‘eroi’ sta scemando da un bel po’ ed è destinata ad esaurirsi del tutto col drastico calo dei contagi e con il ritorno ad una pseudo-normalità.
Tanto che da settimane sono già ricominciate a riapparire sulle testate giornalistiche di tutta Italia notizie di cronaca relative alle aggressioni ingiustificate al personale sanitario. Come prima della pandemia. Come sempre. Perciò cogliamo an che questa occasione per ribadire: onde evitare che anche questo lungo periodo lasci gli operatori sanitari (e soprattutto gli infermieri) con un pugno di mosche in mano, urgono rivalutazioni, riconoscimenti e tutele VERE.
Autore: Alessio Biondino
Fonte: Radio Venezia TV
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