Togliere il vincolo di esclusività agli infermieri: si sta muovendo qualcosa
Giuseppe Negrini, presidente del Sidmi, Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche, è stato intervistato da Repubblica sul recente scambio con la vicepresidente della Regione Letizia Morati durante il convegno della società.
Nell’intervista Negrini conferma che anche la Moratti “è favorevole a togliere il vincolo del rapporto di lavoro esclusivo rimasto solo per infermieri e altre professioni sanitarie. Infatti durante la pandemia è stata decisa la deroga e la campagna vaccinale si è potuta fare solo grazie al fatto che gli infermieri hanno potuto lavorare extra al loro orario normale“.
L’intervistatore si chiede se anche gli infermieri saranno d’accordo su questa proposta ma Negrini non ha dubbi in merito: “l’abbiamo chiesto sapendo che questo potrebbe contribuire in parte a mitigare la carenza infermieristica, a tutti nota.“.
Ma non solo, il problema sull’attrattività della professione sta emergendo con forza e la compensazione economica della libera professione intra ed extra moenia potrebbe essere una parte della soluzione: “I nostri sono i meno pagati di tutto il mondo occidentale. Il problema è nazionale e la Federazione degli ordini e le società scientifiche stanno proponendo iniziative per risolvere questo problema. In merito a questo tema economico, anche il vincolo dell’esclusività è un assurdo“.
Infermieri scarsi e pagati poco, lavoreranno di più
Insomma, se non non c’è spazio per aumentare gli stipendi e in parallelo c’è una gravissima carenza di infermieri, il vincolo di esclusività risulta effettivamente assurdo e anacronistico.
Dove troveranno gli infermieri il tempo e le energie per un secondo lavoro non è dato a sapersi, ma nel frattempo ci faremo bastare la promessa che qualcosa si sta muovendo, che ci convenga o meno.
L’ infermiere di famiglia e di comunità
In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità.
Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati.
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