Le elezioni politiche 2022 si sono concluse con la vittoria schiacciante di Fratelli d’Italia e della coalizione di centro-destra (Fdl, Forza Italia, Lega e Noi Moderati). Cosa cambierà per la nostra sanità e per gli infermieri?
Senza infermieri non c’è salute
La FNOPI, con quello che assomigliava ad un ultimo, disperato appello al grido di “senza infermieri non c’è salute”, qualche settimana fa aveva elencato le diverse richieste dell’infermieristica italiana al prossimo Parlamento (VEDI).
Eppure, nei programmi elettorali e nelle tante parole (fatte più che altro di slogan) dei nostri politici, di questo “cambio di passo indispensabile” voluto fortemente dagli infermieri non c’era nemmeno l’ombra. Niente che assomigliasse a un piano concreto di sviluppo e di crescita del nostro sistema sanitario attraverso la valorizzazione degli infermieri. Come sempre.
Sarà perché la pandemia è finita (forse) e dopo i tanti elogi, le promesse, le medaglie, le monete e le tante altre prese in giro adesso della sanità non importa più niente a nessuno? Sarà perché, tra Camera e Senato, erano solo 10 gli infermieri candidati?
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Fratelli d’Italia
Comunque… Ha vinto la Meloni. E con ogni probabilità sarà una donna, per la prima volta nella storia della Repubblica, a presiedere a Palazzo Chigi. E lo farà con numeri importanti, grazie a cui potrà governare. Almeno si spera.
Ma nel suo programma, quello di Fratelli d’Italia, il termine “infermieri” è apparso solo parlando della possibilità di accesso, per i suddetti professionisti (insieme ai medici di base e ai farmacisti), al fascicolo sanitario elettronico del cittadino.
Dopodiché poca sostanza, fatta della solita scontata territorialità (“incentivare la diffusione e lo sviluppo della telemedicina, delle cure domiciliari e dei presidi territoriali nelle aree interne a scarsa densità abitativa”), della volontà di abolire il numero chiuso per poter accedere a determinati corsi di laurea e di una strana proposta: “Deducibilità del lavoro domestico di infermieri e badanti”.
Su quest’ultima bizzarria, supponendo che a Fratelli d’Italia sappiano che le prestazioni infermieristiche sono deducibili (come quelle mediche) dal 2001, confermiamo la domanda che sorge spontanea e che già abbiamo fatto in un nostro recente articolo (VEDI): perché allineare le spese delle badanti a quelle degli infermieri?
Lega
La Lega è sembrata un po’ più concentrata sugli infermieri italiani: oltre a confermare la volontà di abolire il numero chiuso, ha parlato di aumento di stipendio, di abolizione del vincolo di esclusività, di maggiore territorialità dell’assistenza agli anziani, dell’affidamento alle Regioni della programmazione del personale infermieristico e dell’istituzione di sistemi univoci di classificazione ed equiparazione contrattuale.
Ma non solo, al Carroccio vogliono anche l’istituzione dell’istituzione dell’infermiere scolastico, “inserendo nell’organico della scuola la figura dell’infermiere-operatore sanitario, due in quelle con più di 1.200 allievi (funzionali anche ai fini della somministrazione di farmaci salvavita e/o dell’assistenza a studenti per i quali la frequenza è possibile unicamente se assistiti, dal punto di vista fisico, da personale infermieristico specializzato)”, e alcune agevolazioni per “il personale sanitario e scolastico che deciderà di svolgere la propria professione nei Comuni montani per un periodo non inferiore ai 5 anni”.
Altro punto a favore del programma della Lega è quello di voler “consentire la libera professione per gli infermieri per dare maggiore opportunità agli anziani di essere seguiti e curati a casa”. Il partito capitanato da Salvini appoggia anche la creazione del super OSS, ma questa è un’altra storia (triste).
Forza Italia
Forza Italia, così come praticamente tutta la coalizione di centro-destra, vorrebbe in generale un generico aumento delle assunzioni in sanità. Per quanto riguarda gli infermieri, oltre ad un potenziamento della medicina territoriale che coinvolgerà migliaia di professionisti, è prevista la revisione della Legge Gelli per contrastare il fenomeno della medicina difensiva che, secondo alcune stime, costa alla sanità quasi 10 miliardi di euro tra burocrazia ed esami inutili.
In base alla proposta la riforma prevede che il sanitario “debba rispondere solo di colpa grave, ferma restando la responsabilità civile da fatto illecito“.
Valido punto di forza del programma è la “valorizzazione dei Professionisti del SSN, favorendo un percorso di formazione e prevedendo un livello retributivo adeguato alle responsabilità ed al livello professionale raggiunto”.
Territorialità e assunzioni
Tutta la coalizione, come chiaramente riportato nel testo “Per l’Italia – Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra“, concorda su un unico punto: lo “Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell’organico di medici e operatori sanitari”. Una promessa che non si può definire originale e che, con diverse scuse, nei decenni è stata più volte disattesa.
Auguri
Facendo i migliori auguri al nuovo Governo, che ha l’ingrato compito di risolvere in fretta la grave crisi energetica in atto e di risollevare in qualche modo un paese sulle ginocchia, auspichiamo che, memori della pandemia (ma non solo), gli infermieri italiani e la nostra sanità tutta non vengano di nuovo messi da parte, accantonati… Ignorati.
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