Siamo passati dalle botte alle coltellate. Ed è incredibile se pensiamo alle sviolinate, ai regali, alle poesie d’amore, ai ringraziamenti e alle lacrime riconoscenti per gli ‘eroi’ dell’era Covid.
Aggressioni continue
Solo che l’emergenza pandemica è praticamente finita, si sta imparando (speriamo) a gestire il Sars-Cov2 come una situazione cronica e si sta ritornando man mano alle vecchie abitudini: una di queste è senz’altro quella di insultare, picchiare, umiliare e addirittura accoltellare operatori e professionisti sanitari impegnati nei nostri ospedali.
Quella che sta avvenendo in queste settimane, complice (forse) il caldo torrido, è un’escalation di violenza senza precedenti. E che non fa mai mancare quello che ormai appare come una sorta di timbro del cartellino quotidiano.
Tentato omicidio
Non abbiamo finito di raccontarvi l’episodio di La Spezia, dove un’infermiera è stata sbattuta per terra dal familiare di un paziente (VEDI), che è addirittura arrivata la notizia un tentato omicidio.
Stavolta, il fattaccio si è verificato all’interno del Policlinico di San Donato Milanese nella giornata di ieri, 12 luglio: secondo quanto riportato da alcuni media e da diversi TG, un paziente 75enne non avrebbe ‘gradito’ la diagnosi e la terapia decise da due medici (coadiuvati da due specializzandi) per contrastare l’arteropatia agli arti inferiori di cui l’uomo soffre.
L’accoltellamento
Perciò, in preda a un raptus punitivo piuttosto lucido, avrebbe estratto un coltello da cucina e avrebbe accoltellato un chirurgo 65enne alla coscia, lesionandogli l’arteria femorale.
Subito soccorso dai colleghi presenti, lo sfortunato professionista è stato poi portato d’urgenza in sala operatoria, intanto che un poliziotto in congedo che aspettava il proprio turno all’esterno della stanza dell’ambulatorio si occupava con successo di bloccare a terra l’aggressore.
Paziente arrestato, medico in terapia intensiva
Operato dal primario di chirurgia vascolare Giovanni Nano, il medico accoltellato è ora ricoverato in terapia intensiva, ma è fortunatamente fuori pericolo. Poteva andare molto peggio.
Il paziente violento che, quasi per un miracolo, non si è trasformato in assassino, aveva diversi precedenti penali per minacce e ingiurie. È stato arrestato dalle forze dell’ordine e adesso dovrà difendersi dall’accusa di tentato omicidio.
Cosa aspettiamo?
Stiamo davvero aspettando che ci scappi il morto per mettere mano al problema in modo serio una volta per tutte? Perché tra leggi assai poco utili presentate in pompa magna e Osservatori sulla Violenza che non si sono mai riuniti, a quanto pare non si è risolto un granché.
Servono presidi fissi delle forze dell’ordine negli ospedali, ci vogliono pene esemplari per chi aggredisce gli operatori sanitari, ma soprattutto… È indispensabile la certezza della pena!
Autore: Alessio Biondino
Ancora un oltraggio: infermiera malmenata e costretta a lasciare il servizio
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