Vogliono sostituire gli infermieri con gli OSS, ma… Siamo sicuri che siano almeno OSS?

In un periodo strano, per certi versi fuori dal tempo, dove a un certo punto ci si è finalmente resi conto che da decenni vi è una intollerabile carenza di personale infermieristico, si sta dando libero sfogo alla fantasia per risolvere il problema.

Super OSS? Al momento non si può

Ed è così che, un bel giorno, è arrivata la delibera sui ‘Super OSS’ della Regione Veneto (VEDI), che nella mente di chi l’ha concepita sarebbe stata l’unica soluzione per risolvere il gravoso problema.

Peccato che il Tar, di fronte alle legittime rivendicazioni degli infermieri (la delibera rappresenta una legittimazione dell’abuso della professione infermieristica, oltre a presentare una evidente non uniformità all’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003), non abbia potuto fare altro che sospenderla.

Ancora non sappiamo come andrà a finire e con ogni probabilità non lo sapremo fino a dicembre, anche se i fautori più agguerriti della delibera (come l’Assessore Lanzarin, VEDI) hanno minacciato battaglie legali.

Siamo proprio sicuri che molti OSS… Siano davvero OSS?

Un caso clamoroso di cui ci giunge notizia dalla Puglia, però, fa sorgere degli inquietanti dubbi su chi si vuole mettere nelle strutture private con una “formazione complementare” a sostituire (di fatto) gli infermieri: siamo proprio sicuri che siano almeno Operatori Socio Sanitari e che la loro formazione sia riconosciuta?

Un emblematico esempio dei tanti raggiri e dei veri e propri pastrocchi messi in atto per spillare quattrini ad inconsapevoli (almeno speriamo che sia così…) lavoratori o aspiranti tali, arriva da Foggia.

65 candidati idonei esclusi dalla graduatoria

Al mega concorso per operatori socio sanitari che vedeva come capofila il Policlinico Ospedali Riuniti, ben 65 candidati risultati idonei sono stati esclusi dalla graduatoria finale con due apposite determine.

La motivazione lascia sconcertati: il loro attestato da OSS era falso e, fino a quel momento, non se ne era accorto nessuno. Come è possibile? A seguito di alcuni controlli approfonditi, è stato appurato che il centro di formazione che ha organizzato i corsi (con sede a Teramo) non risulta inserito nell’Albo Regionale degli Organismi di Formazione accreditati con la Regione Abruzzo. Almeno così si legge nella determina dell’ospedale foggiano.

Fatto sta che gli OSS implicati, come riportato da corrieresalentino.it, sono sul piede di guerra per il tempo perso e per i soldi buttati in favore di un corso durato un anno e che no gli ha dato in mano nulla, se non un bel foglio di carta straccia. Stanno partendo, quindi, le prime denunce e, con ogni probabilità, la diatriba avrà diversi strascichi penali.

Anche nei privati urgono controlli approfonditi

Tornando alla delibera del Veneto e alle diverse Regioni che si erano accodate a questa sorta di corsa alla creazione di pseudo infermieri a basso prezzo, chi ci garantisce che i privati (case di riposo, RSA, ecc.) attuino gli stessi controlli approfonditi di cui sopra per scovare eventuali false documentazioni?

Qualora la formazione complementare degli OSS diventi realtà (sarebbe una pugnalata al cuore della professione infermieristica), rischieremmo di mettere i nostri anziani tra le mani diversamente capaci di operatori che, oltre a non essere infermieri, non hanno mai nemmeno conseguito un vero attestato da OSS?

Autore: Alessio Biondino

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Alessio Biondino

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