Vogliono tamponi per tutta la famiglia: fingono coma e chiamano il 118

Un grottesco abuso del servizio di emergenza/urgenza sanitaria, l’ennesimo, si è consumato qualche giorno fa in quel di Barra (Napoli) e a denunciarlo è stata l’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’.

La chiamata al 118

Nel primo pomeriggio una signora ha chiamato il 118 e, sostenendo che in casa ci fosse un parente diabetico e privo di sensi, ha richiesto l’invio di un’ambulanza. 

Ma al suo arrivo, in fretta e in furia (trattavasi di codice rosso), l’equipaggio si è trovato davanti una scena assai diversa da quanto si aspettava: il diabetico c’era, sì, ma era in buone condizioni di salute e non aveva affatto perso i sensi.

Tamponi per tutta la famiglia

Bensì sua moglie, malata di Covid, ha iniziato a chiedere insistentemente ai sanitari di effettuare un tampone a tutti i membri della famiglia per scongiurare qualsivoglia positività.

Avete capito bene: i signori di cui sopra hanno chiamato il 118 per farsi fare il tampone a domicilio in modo comodo e veloce. Come spiegato sulla pagina Facebook dell’associazione, “Il personale entra nell’appartamento e trova tutti i componenti della famiglia diligentemente con doppia mascherina (cosa inusuale); la prima domanda che fa la consorte del paziente (perfettamente cosciente) al medico è: ma voi li fate i tamponi? Il medico sbigottito domanda: ma il paziente è vaccinato? La risposta della donna è pietrificante: no dottore, io ho il virus, volevo sapere da voi se anche mio marito lo ha!”

Sequestrati

Ma la disavventura degli operatori, purtroppo, non era finita lì: pare infatti che essi siano stati addirittura sequestrati all’interno dell’abitazione: “Il personale cerca di divincolarsi per attivare un mezzo apposito con personale in tuta, ma è inutile, una intera famiglia blocca i sanitari in casa pretendendo il tampone!

La denuncia

Nessuno tocchi Ippocrate fa presente che sarà sporta denuncia contro i componenti del nucleo familiare, che saranno accusati di procurato allarme e interruzione di pubblico servizio.

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Alessio Biondino

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