La nuova Indagine di Italia Longeva (VEDI) sulla mappa delle fragilità nel nostro paese, evidenzia indirettamente come la carenza di infermieri e di chi sceglie il Corso di Laurea in Infermieristica rappresenti una vera e propria emergenza nazionale.
Assistenza domiciliare e cure residenziali
Secondo il rapporto, l’assistenza domiciliare integrata (Adi) per gli over 65 è erogata mediamente al 2,9% di pazienti a domicilio, mentre per quanto riguarda le cure residenziali (RSA) vi sono grosse sperequazioni regionali: la media è del 2,3%, ma si va dal 7,64% di Trento allo 0,23% della Campania.
L’infermiere di famiglia e comunità
Come spiegato dal presidente Opi di Roma e consigliere nazionale FNOPI Maurizio Zega, “Nell’Adi gli infermieri impegnano circa il quadruplo delle ore per paziente rispetto alle altre professioni, sono altrettanto rilevanti e presenti nelle reti di cure palliative (sempre a domicilio), ma lo saranno ancora di più con l’infermiere di famiglia e comunità, in modo massiccio e tale da rispettare la previsione del 10% almeno di over 65 assistiti a casa prevista nel PNRR e indicata nel DM 77 che ridisegna l’assistenza sul territorio”.
I giovani non scelgono più Infermieristica
Il problema è che per realizzare tutto questo gli infermieri non ci sono. Per Zega ciò è “una carenza nota e annunciata anche solo considerando standard medi, ma che tuttavia non si riuscirà a colmare nel breve-medio periodo, a meno di non modificare il paradigma del modello di assistenziale dell’assistenza territoriale.
Una carenza numerica che è anche frutto di una crisi di iscrizioni ai corsi di laurea, tanto che per la prima volta negli ultimi venti anni si laureeranno meno di 10mila infermieri”.
Già, perché l’appetibilità del CdL in Infermieristica è sempre più scarsa: “E’ un problema di attrattività della professione perché l’infermieristica si è appiattita su modelli organizzativi assistenziali per i quali la laurea triennale ha omologato tutti allo stesso livello e la formazione specialistica ancora non è partita.
Quindi oggi i giovani non scelgono questa laurea perché sanno che la nostra è una professione che non ha uno sviluppo di carriera, specie in ambito clinico, dove sono decisive le specializzazioni”.
La ricetta della FNOPI
In che modo si può risolvere questo grave problema? Come si legge sul sito istituzionale della Federazione, “La ricetta FNOPI è chiara: riformare il percorso di formazione degli infermieri con maggiori organici e specializzazioni; cambiare rotta sugli interventi terapeutici grazie all’ampliamento delle competenze; gestire e coordinare processi assistenziali anche attraverso nuovi strumenti di teleassistenza e soprattutto assistenza infermieristica territoriale, con il potenziamento e la diffusione a livello nazionale del ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità.”
“Il 10% degli infermieri si è licenziato nell’ultimo mese, è emergenza”
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